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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

«Vittorio rischia il commissariamento»

Ultimatum della corte dei conti: 60 giorni di tempo per sanare le irregolarità

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

«Vittorio rischia il commissariamento»

VITTORIO VENETO – Per il Partito Democratico si potrebbe parlare di «impeachment» perchè la deliberazione della Corte dei Conti 284/2014 pubblicata il 2 maggio potrebbe avere pesanti ripercussioni sul comune di Vittorio Veneto, tanto da parlare, stamane in conferenza stampa, di «rischio commissariamento» qual ora il comune di Vittorio Veneto, e l’amministrazione, non applichino le sanzioni previste per lo sforamento del patto di stabilità nel 2008.

 

«Alla faccia di quanto affermato in consiglio comunale che era tutto a posto – ha sottolineato stamane il consigliere comunale e candidato sindaco Roberto Tonon -: ci troviamo con un problema che è dell’intera città e non solo di chi andrà ad amministrarla».

 

Nel 2010 la corte dei conti accertò lo sforamento del patto di stabilità da parte del comune di Vittorio Veneto nel corso del 2008, indicando anche delle sanzioni, come la restituzione di parte delle indennità di carica degli allora amministratori, a cui però non venne dato seguito. «In tutti questi anni corte dei conti e comune hanno avuto diverse comunicazioni, l’ultima il 10 gennaio scorso in cui il magistrato istruttore chiedeva chiarimenti al sindaco e all’organo di revisione del comune – spiega Tonon – ma noi consiglieri, di tutto ciò, non abbiamo mai saputo nulla». Ed è proprio in quest’ultima comunicazione che la corte dei conti chiedeva al comune notizie sull’applicazione delle sanzioni conseguenti allo sforamento del patto. Domanda a cui il comune ha replicato indicando che il Ministero, interpellato, «non ha fornito indicazioni in proposito», giustificazione che la corte dei conti ha bollato come «priva di pregio».

 

Nella deliberazione 284/2014 si legge che «nel 2012 l’ente non ha approvato il rendiconto relativo all’esercizio finanziario 2011 entro il termine fissato e nel corso del 2011 non ha applicato le sanzioni conseguenti all’accertamento del mancato rispetto del patto di stabilità nel 2008». E risale proprio al 2008 l’operazione definita dalla corte dei conti «elusiva», «realizzata dal comune di Vittorio Veneto in occasione dell’assestamento di bilancio attraverso la concessione di un prestito decennale di euro 1.500.000 ad una società interamente partecipata (la Vittorio Veneto Servizi ndr), contabilizzato artificiosamente, in uscita, come “concessione di credito” ed in entrata come credito verso la società», dal quale il comune «ha tratto un indebito beneficio» rimarcano i magistrati. Accertato il fatto che il comune ad oggi non ha applicato le sanzioni previste e l’irregolarità nella gestione 2011, la corte dei conti ha così disposto che «il comune di Vittorio Veneto, entro 60 giorni, adotti i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità» e che il segretario comunale oltre ai revisori rivalutino, alla luce di tutto ciò, i bilanci comunali dal 2009 al 2013.

 

Quali rischi oggi corre il Comune di Vittorio Veneto? «La restituzione di tutti gli eventuali contributi economici ottenuti nel corso di questi anni, il blocco di tutte le assunzioni, anche con valore retroattivo, dal 2009 ad oggi, la chiusura di tutti i mutui e finanziamenti e la restituzione delle indennità di carica degli amministratori» elenca Tonon.

 

«La situazione denunciata dalla corte dei conti – commenta Roberto Tonon – dimostra ancora una volta come a Vittorio Veneto sia tempo di cambiare. Le amministrazioni leghiste Scottà e Da Re hanno scelto, scientificamente, di ignorare anni di richiami della Corte ed oggi siamo giunti alla definitiva resa dei conti. Ci sono evidenti responsabilità ed hanno tutte un nome e un cognome: Gianantonio Da Re, Giancarlo Scottà e il responsabile del servizio economico che, guarda caso, è anche il segretario generale del comune. La corte ha concesso 60 giorni per mettere tutto in ordine, pena il commissariamento del comune; lo facciano, si mettano una mano sulla coscienza e se ne vadano a casa».

 

«Finalmente la deliberazione, peccato che sia arrivata a due settimane dal voto – commenta il sindaco Gianantonio Da Re – e questo mi fa pensare a una sentenza a orologeria. Lo sforamento avvenne in piena amministrazione Scottà, e ora siamo alla fine del mio mandato. E Scottà ha fatto bene a sforare il patto di stabilità per realizzare la scuola Sauro, anticipando la proposta di Renzi di mettere gli interventi sulle scuole fuori dal patto. E mi domando: perché la corte dei conti non è così ligia anche con il comune di Roma? O funziona solo in Veneto?». Quanto ai provvedimenti da attuare entro 60 giorni Da Re afferma: «Io ora non faccio niente, la questione deve andare in consiglio comunale e ora non può essere convocato». La “grana” patto di stabilità sforato finisce dunque sul tavolo del prossimo sindaco di Vittorio Veneto.

 


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