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29 marzo 2024

Montebelluna

“Via le mani dal Piave”

La Municipalità si sta organizzando per contrastare l’ipotesi delle casse di espansione nelle Grave di Ciano

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

“Via le mani dal Piave”

CROCETTA DEL MONTELLO – Forte presa di posizione del Comune di Crocetta del Montello per dire no alle casse di espansione nella Grave di Ciano. "La Giunta Comunale di Crocetta del Montello non si arrende e intende combattere fino in fondo il pericolo della costruzione delle casse di espansione nelle grave di Ciano – si legge in una nota della Municipalità -. Da tempo, infatti, l’amministrazione intende contrastare in modo efficace l’opera ma questa volta è passata ai fatti concreti, stanziando 10 mila euro in un apposito capitolo di bilancio”.

In questo modo il Comune rivierasco intende far fronte agli inevitabili costi da affrontare per rivolgersi a professionalità qualificate e per consulenze, inoltre, per coinvolgere attivamente la cittadinanza, è stato creato il capitolo di bilancio dal titolo “Salvaguardia Grave, Montello e ambiente”. La somma stanziata da qui a fine anno è di 10 mila euro e verrà ratificata nel prossimo consiglio comunale. Il capitolo, inoltre, verrà rifinanziato per il 2020.

“Per opporsi alla costruzione delle casse di espansione e dare un serio contributo ai problemi di esondazione del Piave – spiega Giancarlo Fritz, assessore al bilancio – è necessario presentare valide alternative su base tecnico-idraulica, geologica, ambientale e paesaggistica”. L’obiettivo di Crocetta del Montello è quello di creare una vera e propria task force di professionisti che sia in grado di opporsi al progetto e presentare delle valide alternative. In verità le alternative ci sarebbero già, visto che lo Stato ha commissionato un Piano dei Bacino all’Autorità di Bacino dell’Alto Adriatico che su Piave ha relazionato in modo dettagliato escludendo interventi a Ciano e ipotizzando altre opere più a valle dove però nel frattempo hanno proliferato i vigneti nel greto del Piave che è superfluo ricordare non possono avere valenza superiore, in ordine alla sicurezza delle persone.

"Le peculiarità delle grave - spiega il sindaco Tormena - sono tali da essere considerate, già da molto tempo, un Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale; la loro compromissione sarebbe totale. Anche se le alternative al datato progetto di inizio anni '70 ci sono e la Regione avrebbe ampie disponibilità per investigarle, ora tocca a noi rendere evidente tutto ciò, affrontando il problema della riqualificazione del fiume e delle strutture già esistenti, come i grandi bacini idroelettrici praticamente interrati. Il pericolo che corre questa comunità è così grande da giustificare le spese che ci troveremo a sostenere".

Dice bene il sindaco di Crocetta in relazione alle dighe, tant’è che per anni c’è stato un contenzioso legale tra Stato ed Enel proprio su chi avrebbe dovuto svuotare gli invasi, oramai in buona parte interrati da ghiaia e sabbia. La questione infatti è spinosa perché oltre al materiale inerte ci sarebbero anche grandi quantità di limo, classificato come rifiuto speciale che quindi avrebbe dei costi notevoli di smaltimento. Certo che potendo scegliere, se si parlasse di interessi meramente economico e non di sicurezza idraulica, è chiaro che le aziende di escavazione preferirebbero le ghiaia pulite e comode da estrarre nelle Grave di Ciano, anziché quelle delle dighe: ma il punto è la sicurezza e non gli interessi economici.

 



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