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29 marzo 2024

Montebelluna

“Salvate i prati stabili, non cancellateli”

A chiederlo le associazioni ambientaliste alla luce del nuovo Pati per il Montello

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“Salvate i prati stabili, non cancellateli”

MONTEBELLUNAMassima tutela per i prati stabili del Montello. A richiederla Amici Bosco Montello, Wwf, Sos Anfibi e Lagambiente, alla luce della notizia della riunione tra sindaci della zona di questi giorni in cui si sono gettate le basi per mettere a punto un nuovo Pati - Piano intercomunale per la pianificazione urbanistica – dell’area del Montello.

 

“Non è ammissibile parlare di conservazione degli ecosistemi e nello stesso momento instillare la volontà di cancellare i prati stabili del Montello in quanto, essi stessi, sono degli ecosistemi realmente esistenti e non semplici ‘concetti’ – spiegano le associazioni ambientaliste su Facebook -.  Censiti per la prima volta da Rete Natura 2000 nell'anno 2008, in conformità al relativo manuale europeo (e successive integrazioni contestualizzate al territorio italiano) che ne elenca le specie guida identificative, gli Habitat risultano tutelati ai sensi della direttiva Europea CEE/92/43. A smentire illazioni non suffragate da dati, è stato recentemente pubblicato dalla fondazione del Museo Civico di Rovereto uno studio scientifico dettagliato sui prati del Montello, che non solo ha confermato l’esistenza delle praterie magre da fieno a bassa altitudine 6510 (Alopecurus pratensis e Sanguisorba officinalis), ma ne evidenzia l’originalità floristica che rende questi prati particolari emergenze dal punto di vista conservazionistico. Tale eccellenza floristica è dovuta essenzialmente a due fattori: le caratteristiche del suolo del Montello, che è tra i più antichi del Veneto e a connotazione prettamente acida, e la tradizione agricola locale. Concettualmente possiamo affermare che questi prati narrano la storia ‘unica’ di questi luoghi”.

 

“Gli enti pubblici si accingono invece a sostituire uno strumento urbanistico inefficace e ambiguo, qual è il Piano d’Area, con un nuovo piano che già in partenza fa trasparire l’intenzione di distorcere, se non di occultare, una direttiva europea, lasciando trasparire, in questo modo, che lo strumento serva a tutelare in primis gli interessi economici, con tratti speculativi, che peraltro riguardano una netta minoranza della comunità montelliana – viene spiegato ancora -. Certamente sono scomodi gli obiettivi europei di tutela e valorizzazione della biodiversità, ma l’alternativa è distruggere un bene senza neppure la volontà di conoscerlo”.

 

(Foto Gruppo Bosco Montello)

 


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