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29 marzo 2024

Treviso

“Volevo picchiare qualcuno anche se non sapevo chi mi aveva colpito”, parlano i due ragazzi che hanno sparato a Manuel

Sul web gli insulti e la rabbia contro i due arrestati

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“Volevo picchiare qualcuno anche se non sapevo chi mi aveva colpito”, parlano i due ragazzi che hanno sparato a Manuel

TREVISO - Proseguono le indagini della Squadra Mobile dopo il fermo di Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli per il ferimento di Manuel Bortuzzo, il nuotatore 20enne ferito in strada a Roma. Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire con esattezza quello che è successo prima e dopo il ferimento. In particolare per individuare gli altri protagonisti della rissa, capire cosa c'era dietro e chi era il reale bersaglio dei due ragazzi.

Sotto la lente anche gli ambienti della criminalità di zona. La polizia è al lavoro anche per ricostruire dove i ragazzi si siano nascosti per tre giorni e chi eventualmente li ha aiutati durante la fuga. “Volevo andare a picchiare qualcuno pur non sapendo chi mi aveva colpito. In realtà non so spiegare il motivo del gesto”. Parla così uno dei due giovani davanti ai magistrati, dopo essersi costituiti.

Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, hanno passato la notte in isolamento a Regina Coeli, dove oggi è previsto l'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip.

I due, accusati di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione, dopo la rissa al pub sono tornati con la pistola, pronti a vendicarsi, ad uccidere chi aveva osato fronteggiarli. Davanti però si sono trovati Manuel e la fidanzata, fermi al distributore di sigarette. Tre colpi di pistola, uno dietro l'altro, poi la fuga in scooter mentre Manuel, 19 anni, cadeva a terra sotto lo sguardo attonito della ragazza, illesa per miracolo. “Non ero sicuro di aver colpito il ragazzo, l’ho appreso con certezza soltanto la mattina successiva”, ha detto Marinelli, sottolineando di non conoscere “assolutamente il ragazzo che è stato colpito. E’ stato un errore in realtà non so chi volevo colpire. L’ho collegato a qualcuno di quelli che mi avevano minacciato durante la rissa nel pub”.

Proseguono anche le indagini per chiarire non solo cosa abbia scatenato la rissa al pub dell'Axa ma anche chi fossero i reali bersagli della vendetta a colpi di pistola. Sotto la lente degli investigatori ci sono gli ambienti criminali della zona che, probabilmente, hanno aiutato i due ragazzi a nascondersi nei giorni della caccia all'uomo.

Marinelli ha ricostruito le fasi di quanto successo subito dopo la rissa al pub irlandese di piazza Eschilo. "Sono scappato a piedi e nel tragitto fino ad Acilia per prendere il mio motorino ho anche reperito la pistola che si trovava nascosta sottoterra già da tempo, l'avevo trovata lì un paio di mesi fa ma non ho assolutamente idea di chi possa averla nascosta lì", ha detto. "Dopo la rissa a Bazzano gli ho detto 'andiamo a menargli' ma lui non sapeva che io avessi l'arma", ha affermato aggiungendo di far "saltuariamente uso di cocaina, circa una volta al mese, ma quella sera non l'avevo utilizzata. Avevo bevuto sei o sette bicchierini di amaro" ha concluso.  "Vogliamo chiedere scusa alla famiglia di Manuel, con una lettera che manderemo ai genitori" hanno spiegato. I due fermati volevano costituirsi già da domenica e per questo avevano contattato l’avvocato. "Avevano un peso sulla coscienza" riferisce De Federicis. In particolare, Lorenzo Marinelli ha dichiarato e fatto mettere a verbale: "Io mi sono costituito e vado in carcere perché è giusto che Manuel abbia giustizia".

Le giustificazioni e spiegazioni dei due rei confessi hanno fatto scatenare la rabbia sul web. Le pagine Facebook dei due fermati sono state oggetto di insulti e di ogni tipo. “Ci siamo sbagliati, volevamo sparare ad un altro. Ah beh se invece prendevate quello giusto, cambiava qualcosa? siete dei mostri”.

Intanto ieri mattina anche Manuel ha potuto vedere le fotografie di Marinelli e Bazzano e li ha riconosciuti. Ma, prima di sabato, non li aveva mai visti.

 


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