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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

Il 25 aprile a Piazza del Popolo

Interventi del Sindaco Tonon e dell' on.le De Menech

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Il 25 aprile a Piazza del Popolo

VITTORIO VENETO - Questa mattina in Piazza del Popolo si è svolta la tradizionale cerimonia per ricordare il 25 aprile, la data che rievoca la fine della seconda guerra mondiale.

Dopo gli onori al Gonfalone della Città, si è proceduto all'alza bandiera, seguita dalla lettura da parte della signora Chiara Marangon delle motivazioni che giustificarono l'attribuzione del riconoscimento della Medaglia d'oro alla Città, concessa il 2 novembre del 1946.

 

Quindi il Sindaco Roberto Tonon insieme al Vice Prefetto dott. Nicola De Stefano ha deposto la corona al Monumento dei caduti, mentre risuonavano le note della Canzone del Piave, seguite da quelle del Silenzio.

 

Il Sindaco Tonon, quindi, ha salutato il Vescovo mons. Corrado Pizziolo, il Vice Prefetto dott. Nicola De Stefano, l'on. Roger De Menech e i numerosi Amministratori, in particolare ai colleghi Sindaci.

 

Il Sindaco Tonon ha quindi ricordato che "il 25 aprile è un giorno di festa. La festa delle radici della nostra democrazia. La festa che ricorda la gioia che pervase il nostro Paese 73 anni fa, quando le armi tacquero, l’Italia uscì dalla dittatura e i nostri genitori, nonni e bisnonni si ritrovarono di nuovo tutti liberi.

Festeggiamo oggi la Liberazione, che avvenne grazie all’opera tenace ed eroica delle formazioni partigiane, che si unirono agli alleati e ai reparti dell'Esercito regolare, riorganizzatisi dopo i vergognosi episodi dell’8 settembre. La festeggiamo grazie ai tanti che sacrificarono la loro vita per la comunità: a loro va il nostro deferente e riconoscente pensiero".

 

In modo particolare ha ricordato la lapide collocata nella parete destra dell’atrio del Municipio, che raccoglie i nomi di 56 caduti vittoriesi nella guerra di Liberazione, che consentirono alla nostra Città di essere fregiata della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Quindi si è soffermato sulla Costituzione, "nata dalla Resistenza, che dedica i suoi primi 54 articoli, la parte prima, ai “diritti e doveri dei cittadini”.

All’articolo 2, in un’unica frase, si legge che la Repubblica “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” ma contemporaneamente “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili”.

Venendo al presente ha sottolineato che "Questo significa, oggi, dare continuità e sviluppo ai grandi ideali di giustizia e uguaglianza per le quali si batterono i Partigiani e tutti gli Antifascisti. La pace, la democrazia e la giustizia sociale non piovono dal cielo, non ci sono date una volta e per sempre, esse vanno scelte, vanno ricercate, vanno costruite giorno per giorno.

La libertà – come diceva Aldo Moro - “La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie.”

Ognuno deve fare la propria parte. Nessuno escluso. Nessuno può dire “non tocca a me, facciano gli altri, non mi interessa”: l’indifferenza è il peggiore dei mali, che, come diceva Gramsci, rappresenta “il peso morto della storia”.

A questo peso morto, che consentì al fascismo di raggiungere il potere in Italia e controllarlo per vent’anni, dissero no i resistenti. Diciamogli con forza no ogni giorno anche noi, assumendoci in prima persona il peso di far crescere e progredire la nostra democrazia, la nostra umanità".

 

Poi ha così valutato il quadriennio della sua Amministrazione. "In questi quasi quattro anni di mandato non ho mai fatto, non abbiamo mai fatto dei comportamenti delle amministrazioni che ci hanno preceduto l’oggetto e l'obbiettivo principale delle valutazioni.

Ciò che era stato fatto era un dato di partenza, positivo a volte, negativo in altre; era stato detto e sottolineato da me e dai colleghi consiglieri comunali tante volte negli anni precedenti.

A me e alla mia maggioranza il compito di andare avanti, risolvere i problemi, sfruttare le possibilità aperte da scelte fatte in precedenza, individuare il significato e un modello per questa Città.

Questo ha deluso certamente qualcuno votato alla critica sempre e comunque, è stato visto come un segno di debolezza, ma io credo fermamente che a una pars destruens debba sempre seguire una pars construens: alla critica deve sempre far seguito la proposta positiva, l'ideazione, la formulazione di idee e soluzioni".

 

La relazione ufficiale è stata tenuta dall' on.le Roger De Menech, che ha rievocato come "la libertà sia nata su queste colline, e come sia intimamente connessa la la Resistenza con la nascita della Repubblica Italiana".

 



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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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