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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

70 MILA EURO (PUBBLICI) PER LA “QUESTIONE MONASTERO”

Scottà presiede l’ultima conferenza stampa. Parla di battaglie (non volute), fa i conti, si toglie qualche sassolino e pensa ai terremotati

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70 MILA EURO (PUBBLICI) PER LA “QUESTIONE MONASTERO”

Vittorio Veneto - “Abbiamo vinto tutti i ricorsi. Ci siamo sempre mossi nella legalità. Alla fine, con l’ultima sentenza del Tar, siamo forse arrivati all’epilogo di una questione che avrebbe dovuto essere risolta entro le mura: quelle dell’amministrazione e quelle del monastero. Ma non si può parlare di vittoria: c’è solo il dispiacere che tutto non si sia risolto prima. Ci dispiace di aver usato soldi pubblici”.

Il sindaco Giancarlo Scottà, un paio di ore fa, ha incontrato i giornalisti per quella che ha definito “l’ultima, ma forse non l’ultima conferenza stampa di fine mandato”.
E ha chiarito la sua opinione su quella che è stata forse la questione più controversa della sua legislatura: il braccio di ferro, il non-accordo, tra le monache di clausura del Monastero dei Santi Gervasio e Protasio e la sua Amministrazione, che pure (sentendo Scottà) un santo ce l’aveva (l’avvocato veneziano Primo Michielan) e una manna anche (i 70 mila euro che il contenzioso è costato al comune e che, ovviamente, è stato pagato da tutti i vittoriesi).

“Chi ha chiesto ricorsi su ricorsi sulla questione monastero – ha detto Scottà – si è fatto del male da sé. Noi li abbiamo vinti tutti. Ci dispiace aver usato soldi pubblici per difenderci dal Comitato che si è insediato nel monastero. Probabilmente col suo benestare. L’amministrazione per sostenere la battaglia ha speso 70 mila euro dei contribuenti. Ma la controparte ne deve aver spesi altrettanti e considerando che le suore dicono di non aver tirato fuori una lira, qualcuno deve aver pagato altrettante spese legali. All’interno del monastero – ha aggiunto Scottà – c’è qualcosa che non funziona e che ha portato danni alla città.”

L’ultima sentenza del Tar, come ha ricordato l’avvocato Primo Michielan presente alla conferenza stampa, dice che nel monastero non potranno essere inumate altre salme. Che la cappella gentilizia non può essere soggetta ad alcun vincolo (come era nella richiesta del Comitato che sostiene il monastero) e che tra comune e suore possa tornare ad esserci (ma questo è un auspicio, non una chiosa legale) un cima di cordialità.

Il sindaco mette dunque la parola fine alla questione “monastero” annunciando che il “brolo” verrà prossimamente coltivato da alcuni disabili che trasformeranno l’area verde in giardino, orto o aiuola di lavanda. E conclude. “Non abbiamo voluto incominciare noi la battaglia col monastero. Se nessuno si fosse intromesso, l’accordo con le suore sarebbe avvenuto”. Una dichiarazione che ribadisce la convinzione del primo cittadino che il monastero sia in qualche modo stato “plagiato”, che qualcuno si sia sostituto alle suore nella gestione del monastero e soprattutto dei suoi rapporti con la città.


Scottà ha accennato anche al progetto “Traforo di Santa Augusta” che – a suo dire – doveva essere di imminente realizzazione ma che probabilmente (e giustamente, ha detto lo stesso sindaco) verrà stoppato in seguito alle risorse che il governo dovrà destinare all’Abruzzo, colpito dal recentissimo sisma.

Tra gli obiettivi che Scottà sottolinea con compiacimento di aver raggiunto durante il suo mandato ce ne sono due: la realizzazione della statua di bronzo “Amplexus in aere” che decora un’aiuola dei giardini pubblici e un libro su Vittorio Veneto, che si intitola “Le ragioni di un antico orgoglio” e che avrebbe dovuto essere distribuito gratuitamente a tutti i cittadini ma che invece dovrebbe servire a sostenere i terremotati dell’Abruzzo.


Il volume, atteso da un anno, verrà infatti dato, con un’offerta minima di 10 euro, a tutti i vittoriesi che lo richiederanno alla reception della hall del municipio. L’offerta dei cittadini verrà registrata su un quadernetto e devoluta ai terremotati dell’Aquila. Chi si recherà in municipio a prelevare il volume avrà dunque un testo inedito sulla città, col timbro e l’autografo del sindaco, e nello stesso tempo darà la propria solidarietà alle popolazioni dell’Abruzzo ferite dal terremoto.


Il volume, di cui il sindaco ha parlato, è costato circa 42 mila euro, ma ha ottenuto 20 mila di sponsorizzazione da quattro aziende (Emisfero, Tegola canadese, Permasteelisa e Enel). E’ stato tirato in 5 mila copie, 2500 delle quali saranno messe a disposizione dei cittadini che lo richiederanno allo sportello municipale.
Secondo Scottà, il volume è un libro-summa. Un testo che ogni vittoriese dovrebbe possedere perché contiene tutto ciò di cui come vittoriese si deve andare fieri: il presidio ospedaliero, il 1° Fod, la diocesi, i musei e il concorso di violino.


Ricordando che Vittorio Veneto è zona sismica, Giancarlo Scottà ha ribadito che le scuole dovrebbero rispondere a criteri di sicurezza elevati, che solo nuovi edifici possono garantire. “Le scuole di Longhere (appena inaugurata), di Vendran e di san Giacomo – ha detto il sindaco – saranno i luoghi più sicuri dal punto di vista sismico, tanto che nel caso di una calamità ospiteranno la Protezione civile”.

Infine una novità. Vittorio Veneto sarà sede di un hospice per malati terminali. Vicino all’ospedale verrà creata, con un finanziamento regionale di 3 milioni di euro, una struttura per pazienti particolarmente gravi. Un edificio che farà della città una sorta di polo oncologico nell’ambito del territorio dell’Usl 7.

Emanuela Da Ros

 


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