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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

ACCETTA UNA TESSERA SCONTO, COSTRETTA A SPENDERE 2.600 EURO

Nuovo caso di truffe porta a porta. Vittima una 30enne

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

Vittorio Veneto – La truffa suona alla porta travestita da tessera sconti. Una 30enne vittoriese, ammaliata dalla possibilità di fare acquisti con sconti del 50% è caduta nella trappola di due aziende del trevigiano che invece degli sconti le hanno fatto sottoscrivere acquisiti per 2600 euro. L’Unione Consumatori denuncia: “Non è l’unico caso”.

Ancora una storia di truffe porta a porta. Vittima questa volta una 30enne vittoriese che a febbraio ha aperto la porta della sua casa all’agente di una ditta trevigiana il quale, entusiasticamente, le ha annunciato che aveva ricevuto una tessera sconto per fare acquisiti in alcuni centri commerciali. Sconti non da poco, ma anche del 50% per acquistare merce fino a 2 mila e 600 euro. Naturalmente il tutto gratis, senza dover pagare nulla. Unica cosa da fare, firmare la richiesta per avere la tessera.

Detto fatto la vittoriese, pregustando innumerevoli sedute di shopping a metà prezzo, ha firmato. Dopo un mese a suonare alla sua porta è stato però un altro agente, arrivato non per consegnarle la tessera sconto ma per mostrarle due cataloghi di due aziende, una di Villorba e l’altra di Treviso, sui quali la 30enne poteva scegliere i prodotti da acquistare con i 2600 euro che si era impegnata a spendere. Ecco svelato il trucchetto.

Altro che tessera sconto, una truffa vera e propria dalla quale la 30enne non poteva più uscire perché, passati 30 giorni, era anche venuto meno il diritto al recesso. Il rappresentante, dopo aver usato toni intimidatori minacciando di ricorrere alle vie legali, le è comunque venuto incontro, concedendole di dimezzare la spesa in 1.300 euro di coordinati, coperte ed accappatoi. Ed ecco l’altro trucchetto.
La 30enne a questo punto ha pensato che 1300 euro fossero comunque meglio di 2 mila e 600 ed ha firmato. Il giorno dopo però ha spedito una raccomandata per esercitare, questa volta nei tempi, il diritto al recesso. Ma neppure stavolta le è andata bene, perché l’agente sul contratto aveva apposto la data di un mese prima e non quella attuale.

A questo punto la signora ha deciso di rivolgersi all’Unione Consumatori: “Abbiamo immediatamente scritto alle due aziende lamentando che il contratto non è valido, primo perché annullabile per errore commesso dal consumatore ma soprattutto perché il diritto di recesso è stato esercitato nei modi corretti e cioè quando la donna ha capito che di vendita si trattava e non di tessera sconto”. L’Unione Consumatori ha immediatamente presentato un esposto all’Autorità Garante per la Concorrenza chiedendo che accerti l’abusività di questo sistema di vendita e di comminare le relative sanzioni. Abusività che consiste nel far credere al cliente che esiste una tessera che non c’è, nel fornirgli notizie non veritiere inducendolo ad un acquisto al quale non sarebbe mai arrivato senza questo raggiro. Le aziende rischiano ora un’ammenda dai 500 ai 500 mila euro. “Non si tratta dell’unico caso – spiegano ancora dall’Unione Consumatori -. Abbiamo avuto altre segnalazioni anche nella zona del coneglianese”.

Attenzione quindi, la prossima volta che aprite la porta ad un rappresentante: cliente avvisato cliente salvato!

 


| modificato il:

Milvana Citter

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