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19 aprile 2024

Castelfranco

Acquista Jeep online, poi scopre che i documenti erano contraffatti

L’Unione Nazionale Consumatori ha intimato alla concessionaria tedesca la restituzione dell’importo versato

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Acquista Jeep online, poi scopre che i documenti erano contraffatti

CASTELFRANCO - Quanto è accaduto ad una signora residente nei dintorni di Castelfranco è la dimostrazione che gli acquisti tramite Internet nascondono molte insidie. La signora si è rivolta all’Unione Nazionale Consumatori  dopo avere acquistato un autoveicolo Jeep Renegade Limited 1.600, messo in vendita tramite un annuncio al prezzo di 18mila euro, comprensivo di passaggio di proprietà, da una concessionaria con sede a Mannheim (Germania).

 

L’autovettura è stata pagata a mezzo di regolare bonifico bancario il giorno 21 dicembre 2016, a fronte di precise rassicurazioni da parte del venditore in merito alla regolarità dei documenti dell’auto e al fatto che il veicolo era libero da vincoli di sorta. 

La Jeep è stata portata in Italia con targa provvisoria tedesca e consegnata all’acquirente. La brutta sorpresa è arrivata quando la signora si è rivolta alla Motorizzazione di Treviso per eseguire l’iter di immatricolazione con targa italiana. Si è scoperto in quell’occasione che l’automobile era già immatricolata in Italia e che i documenti erano stati contraffatti. Per effetto di ciò, l’immatricolazione a nome dell’acquirente è stata sospesa

 

Secondo la ricostruzione dei fatti svolta dall’Unione Nazionale Consumatori presso la Motorizzazione tedesca, il concessionario con sede a Mannheim avrebbe venduto l’auto con documenti tedeschi originali ma basati su documenti italiani falsificati, dunque la vendita si deve ritenere nulla e priva di effetti giuridici.

Dato che il contratto si ritiene risolto di diritto, l’Unione Nazionale Consumatori ha intimato al concessionario tedesco l’immediata rifusione dei 18mila euro pagati in perfetta buona fede dalla donna, oltre alle spese di consulenza legale e materiale sostenute dalla stessa, con riserva di quantificare ulteriori spese relative ai noleggi e al disagio subito.

 

In caso di diniego, verranno avviate un’azione giudiziaria presso il Tribunale di Treviso e una segnalazione all’Autorità per la Concorrenza ed il Mercato “Antitrust” italiano e tedesco. 

La donna ha comunque presentato denuncia penale presso la Procura della Repubblica per il reato di truffa.

 


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