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AMPLIAMENTO DEL CANOVA, IL COMITATO E’ SUL PIEDE DI GUERRA

Giovedì 24 assemblea pubblica per spiegare le ragioni delle preoccupazione

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

AMPLIAMENTO DEL CANOVA, IL COMITATO E’ SUL PIEDE DI GUERRA

TREVISO - Gli attivisti del comitato aeroporto di Treviso sono particolarmente preoccupati per le ripercussioni che potrebbero causare l’ampliamento dello scalo trevigiano Cavova. Domani, giovedì 24 marzo alle 21, organizzano una pubblica assemblea presso la sede della proloco di sant'Angelo, nei pressi della parrocchiale del quartiere trevigiano.

Obiettivo incontrare la cittadinanza per esporre le proprie lamentele e cosa poter fare per limitare i disagi alla popolazione. Secondo i membri del comitato, infatti, con il prossimi lavori di ampliamento, previsti per giugno, con il traffico che si sposterà interamente a Tessera, i disagi e l'inquinamento ricadranno per metà a Treviso e Quinto.

Dante Faraoni, uno degli attivisti, spiega che “Con il rinnovo della pista gli aerei non atterreranno o decolleranno solo in direzione Quinto come accade ora per l'80% dei casi, mentre con l'aumento del traffico aereo anche i quartieri di Canizzano, S. Angelo, S. Giuseppe, S. Zeno, e Treviso centro saranno colpiti in egual misura da problemi di inquinamento e sicurezza. I tecnici consultati dal Comitato hanno affermato, infatti, che la nuova pista con rullaggio parallelo può raggiungere una capacità di 30 voli all'ora e con una potenzialità di circa 400 voli al giorno, permettendo con più frequenza le operazioni di volo da e per Treviso”.

Allo stato attuale le aree sopra menzionate sono nella traiettoria dell'area di rischio come sancito dalla legge del 4 febbraio 1963 n.58 sul Piano di Rischio Aeronautico e Codice della Navigazione. Secondo il Regolamento per la Costruzione e l'esercizio degli aeroporti Enac (Ente nazionale dell'aviazione civile) come riportato nel capitolo 6.6 Prescrizione per la Redazione Piani di Rischio. Pertanto vanno evitati insediamenti di elevata densità abitativa, la realizzazione di scuole, ospedali, e, in generale, obbiettivi sensibili, ovvero attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione o danno ambientale.

“Ci domandiamo – dice Faraoni a nome del comitato - come le autorità competenti potranno rendere compatibile un aeroporto incuneato in una zona a così altamente urbanizzata che per estensione (150 ettari) è meno della metà degli scali Catullo di Verona (340), Orio al Serio (350) a Bergamo Bergamo e Linate a Milano (358), preparandosi a sopportare un carico di traffico aereo di egual misura?”

Gli attivisti si chiedono, inoltre, come faranno i comuni di Quinto e di Treviso ad adeguare alla nuova situazione i Piani di Rischio, che sono di loro competenza? Come farà Save, la società che gestisce lo scalo, ad ottenere le autorizzazioni per l'ampliamento da Enac e Icao (International Civil Aviation Organization) se ancora non ha superato la Via, Valutazione di impatto ambientale che il ministero dell'Ambiente gli richiede da anni?

Secondo il comitato il quartiere Sant'Angelo sarà il più colpito (allo stesso livello di Quinto), ma, sempre secondo gli attivisti, al quartiere di San Giuseppe l'ampliamento riserverà una sorpresa maggiore: la triplicazione del traffico automobilistico in una situazione già d'emergenza dove la cittadinanza è costretta a subire quotidianamente il traffico di collegamento tra lo svincolo della tangenziale, l'Appiani (la nuova cittadella dei servizi) e la zona commerciale di viale della Repubblica.

“Noi ci appelliamo al buon senso, alla coscienza e all'intelligenza dei cittadini di Treviso che invitiamo all’assemblea di giovedì sera e a cui diciamo di non prendete alla leggera l'ampliamento del Canova, vi troverete con brutte sorprese sopra la testa”. Per tenersi aggiornati sulle iniziative del comitato o per comunicare con loro www.comitatoaeroportotv.it.

 



Laura Tuveri

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