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29 marzo 2024

Treviso

Arriva A scuola di giocosport

Il nuovo progetto mette in sinergia scuole elementari, Coni e associazioni sportive del territorio

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E' stato presentato ieri il progetto "A scuola di giocosport" che sottolinea come debba essere il bambino a scegliere lo sport e non viceversa. Il progetto si basa su un protocollo d’intesa firmato dal  presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, dal presidente del Coni  Giovanni Ottoni e dalla dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Maria Giuliana Bigardi, in presenza dell'assessore provinciale allo Sport, Paolo Speranzon. L’iniziativa parte dalla convinzione che lo sport significhi partecipazione, aggregazione, sacrificio, spirito di gruppo e rispetto delle regole. Il progetto partirà già dal prossimo anno scolastico, con una sperimentazione in circa una quindicina di scuole primarie, per poi allargarsi nei prossimi anni due o tre anni in modo strutturale in tutte le scuole primarie della Provincia. L’iniziativa nasce da una forte sinergia tra ’amministrazione provinciale, l’assessorato allo sport, Coni e Ufficio Scolastico provinciale. "Questa iniziativa, infatti, - specifica l’assessore Speranzon – permette al bambino di scegliersi lo sport permettendogli di sperimentare all’interno della scuola diverse discipline. Questo passo è utile per la sua crescita ed è anche di sostegno alle famiglie. Lo sport anche è un veicolo importante di formazione, per poter meglio interagire con gli altri, per conoscere meglio il proprio corpo ed evitare problemi alimentari, molto diffusi tra i bambini di adesso, come l’obesità per mancanza di moto, l’anoressia e la bulimia. Lo sport, quindi, per migliorare la qualità formativa del ragazzo, come valenza sociale e come progetto di salute". "Assistiamo difatti a fenomeni di crescita anomala di stimoli negativi nei nostri bambini – commenta Maria Giuliana Bigardi - Ne sono dimostrazione i numerosi episodi di bullismo e di violenza e le malattie ricorrenti. Lo sport crea atteggiamenti positivi. È d’aiuto per accettare sè stessi ed i propri limiti, per lavorare in gruppo ed classe, assieme anche ai compagni disabili, contro anche lo scontro di genere. Imparare bene a fare sport vuol dire anche prevenire degli atteggiamenti sbagliati per il proprio stile di vita. Le scuole potranno decidere dove inserire queste attività. Spesso i bambini sono soli nel pomeriggio, e questa è una magnifica opportunità per andare in controtendenza con questa piaga sociale dei bambini iperprotetti o isolati. È una vera e propria medicina preventiva". "Ci sarà una sinergia tra scuole, Coni ed associazioni sportive del territorio delle varie discipline. – aggiunge Ottoni - Verrà creata una graduatoria per una continua formazione con tecnici specializzati, premiando i giovani laureati in Scienze Motorie con una qualifica federale per favorirne l’inserimento, assieme agli insegnanti ed ai tecnici delle società sportive del territorio, che faranno da supporto. L’obiettivo è di avvicinare il maggior numero di scuole nel progetto."

 

 



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