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29 marzo 2024

Ambiente

In arrivo sulla terra altri 2,5 miliardi di abitanti

Minacciata la sostenibilità del pianeta

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In arrivo sulla terra altri 2,5 miliardi di abitanti

Altri due miliardi e mezzo di abitanti arriveranno sulla Terra entro il 2050. Una crescita planetaria della popolazione che, come ha illustrato Massimo Livi Bacci all’Accademia dei Lincei, creerà problemi, minacciando lo sviluppo, la disponibilità alimentare, la sostenibilità ambientale e, con le migrazioni, gli equilibri sociali.

Uno dei principali problemi è che la crescita demografica non sarà uniforme in tutti i paesi: “ci sarà stazionarietà nei paesi ricchi, un incremento del 30% nei paesi ‘meno poveri’ nelle aree in via di sviluppo e addirittura un raddoppio nei paesi poverissimi, in gran parte nell’Africa sub-sahariana”.

Livi Bacci, docente di Demografia a Firenze, ha anche evidenziato “quattro minacce, di natura demografica, alla sostenibilità dello sviluppo. La prima riguarda la troppo alta natalità nei paesi poverissimi e la necessità di rinforzare le politiche sociali che ne favoriscano la discesa. Ma insostenibile è anche la bassissima natalità dei paesi sviluppati Europei, e dell’Asia orientale (Cina, Corea, Giappone) che rischiano di creare forti esternalità negative. La seconda minaccia sta nella produzione di cibo, che dovrà essere più che proporzionale alla crescita della popolazione, se si vuole eliminare la fame che colpisce 800 milioni persone, la diffusa malnutrizione, specie tra i bambini, la diffusa insicurezza alimentare".

La terza minaccia, ha spiegato, "è costituita dalle conseguenze della crescita demografica sugli equilibri ambientali, per gli alti ritmi di deforestazione in molte parti del mondo, l’inquinamento di acqua e aria, il consumo disordinato di territorio. Infine la quarta minaccia sta nella mancanza di un governo internazionale delle migrazioni, che crescono di volume, ma con flussi disordinati, e migranti in balia di regole decise dai paesi di origine e dai paesi di destinazione, sensibili agli interessi nazionali ma non ai diritti dei migranti”.

 



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