20/04/2024nubi sparse e rovesci

21/04/2024poco nuvoloso

22/04/2024nubi sparse

20 aprile 2024

Treviso

Autocertificazione per i primi tre giorni di malattia, Confartigianato:"Così crescerà l'assenteismo"

La proposta del Ddl presentato al Senato

| Isabella Loschi |

immagine dell'autore

| Isabella Loschi |

Autocertificazione per i primi tre giorni di malattia, Confartigianato:

TREVISO - Consentire ai dipendenti di autogiustificare i primi tre giorni di assenza per malattia è per Confartigianato Imprese Marca Trevigiana una scelta molto discutibile.

“In tutti i casi di assenza per malattia protratta per un perioda inferiore a tre giorni il lavoratore comunica con sua esclusiva responsabilità il proprio stata di salute al medico curante, il quale provvede ad inoltrare apposita comunicazione telematica all'Istituto nazionale della previdenza sociale, nonchè al datore di lavoro”, recita così l'art. 2 del disegno di legge nr. 2059 presentato al Senato da un gruppo di senatori che intende modificare il decreto che norma gli adempimenti del lavoratore e le responsabilità dei medici di base in caso di malattia.

“L’obbligo di attestare lo stato di malattia per giustificare la non presenza al lavoro di un dipendente deve rimanere in capo ai medici di base e alle strutture sanitarie competenti verificandolo caso per caso - spiega Vendemiano Sartor presidente di Confartigianato Treviso - Ci sono chiare le difficoltà operative e la rigorosità del sistema sanzionatorio a loro carico, ma l'autocertificazione dell'assenza per malattia breve non è la soluzione”. Per l’associazione degli artigiani se la proposta diventerà legge crescerà l'assenteismo per malattie brevi, aumenteranno i costi per le piccole imprese e si contrarrà la produttività.

“Nella stragrande maggioranza delle imprese del nostro territorio, che contano generalmente tre dipendenti, l'assenza di un solo lavoratore equivale alla perdita del 33% della forza lavoro, percentuale molto più alta di quanto si registrerebbe in aziende con centinaia di addetti. L'unico rimedio datoriale sarà a quel punto la richiesta all'Inps (a pagamento) di visite di controllo medico, inaugurando una stagione di conflittualità all'interno delle aziende di cui non si ha bisogno”.

“Il 50,6% del totale dei certificati di malattia è da imputare alle assenze dal lavoro fino a tre giorni. La soluzione che a monte risolverebbe il problema della certificazione da parte dei medici - continua Sartor - sarebbe quella di rivedere le regole dei contratti collettivi con l'obiettivo di togliere il salario per i primi tre giorni, negoziandolo con un'estensione del periodo di comporto (arco temporale durante il quale il datore di lavoro deve conservare il posto di lavoro e remunerare il dipendente in malattia ) attualmente, nella maggior parte dei casi, di soli 6 mesi, in caso di malattie lunghe e gravi certamente più penalizzanti per il dipendente o anche supportando, per il tramite dei fondi di assistenza sanitaria integrativa, già previsti nella contrattazione collettiva artigiana e in altri settori, i costi che I lavoratori dovrebbero sostenere per le cure di invalidanti e prolungate patologie”.

 



foto dell'autore

Isabella Loschi

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×