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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Bonifica all'ex Carnielli, per Braido solo una strafiga può risolvere il problema

Ieri sera l'incontro pubblico sullo stabilimento. Cromo esavalente e amianto destinati a rimanere sulle sponde del Meschio per tanti altri decenni

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ex carnielli braido strafiga

VITTORIO VENETO - "Non ci resta che piangere” è la sconsolata conclusione per chi ha assistito ieri sera all’incontro sull’inquinamento dell’ex Carnielli. Cromo esavalente e amianto delle coperture in eternit sono destinati a rimanere sulle sponde del fiume Meschio per tanti altri decenni.

 

Forse per sempre o fin tanto che “natura farà il suo corso” di ripartizione degli inquinanti ai cittadini residenti più o meno vicino alla “bomba ecologica”. Bomba, sarà forse un termine un tantino esagerato, ma “mostro”, come è stata definita più volte ieri sera la vecchia fabbrica della Graziella è descrizione del tutto appropriata.

 

Tutti sanno che i valori del cromo esavalente sono cresciuti anziché diminuire senza che nessuno sia in grado di spiegare il perché. Vale la pena ricordare invece che per la bonifica servirebbe “una milionata”, come ha spiegato un esperto professionista, ma la “milionata” non c’è come ha ricordato l’assessore all’ambiente.

 

Per la precisione, la milionata dovrebbe esserci, garantita dalla fideiussione della società assicuratrice se non fosse nel frattempo fallita. E’ il terzo fallimento di questa lunga storia: prima la Carnielli, la responsabile dell’inquinamento, poi la Cerfim l’impresa che con la speculazione edilizia avrebbe dovuto creare le risorse per disinquinare l'area, la terza questa fantomatica assicurazione di Bari fallita e sparita nel nulla.

 

In provincia e in comune nessuno si era preoccupato dell’affidabilità di una società assicuratrice di Bari. In provincia governava Muraro, in comune governava Scottà con il vicesindaco Braido che adesso si è messo alla testa della campagna ambientalista. Meglio tardi che mai. Lui, Braido, avrebbe la soluzione e la espone all’assemblea: la “milionata” la può tirare fuori la Regione Veneto e secondo lui a Vittorio c’è chi può convincere l’assessore regionale a scucire il denaro. Il riferimento non è alla giunta a guida PD ma a un personaggio importante “del mio partito”.

 

Tutti hanno capito che Braido si riferiva a Toni Da Re. L’ex vicesindaco di Vittorio è andato oltre e ha ipotizzato un’altra soluzione per convincere l’assessore competente ad investire nella salute dei vittoriesi; inviare una sorta di ambasciatrice “molto avvenente” (lui ha usato una definizione più popolare, quella generalmente in uso nelle osterie locali, che inizia per f e finisce per a, anteponendo il rafforzativo “stra”, “straf..a”) che a suo dire avrebbe buone possibilità di far accogliere la supplica a palazzo Balbi.

 

Giunti a queste conclusioni, constatato dalla ex consigliera Costantini che a Vittorio abbiamo qualche problema con le fideiussioni, (la Costantini ha anche ribattuto a Braido che ci sono mezzi più democratici per promuovere azioni di convincimento presso la Giunta Regionale), l’assemblea si è sciolta all’insegna delle conclusioni del celebre film di Troisi e Benigni: Non ci resta che piangere.

 


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