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29 marzo 2024

Esteri

Brexit, ok Ue al divorzio

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Brexit, ok Ue al divorzio

Via libera dai 27 leader dell'Ue all'accordo di divorzio tra Londra e Bruxelles. Ad annunciarlo, via Twitter, è stato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dopo il vertice straordinario europeo sulla Brexit. "I 27 dell'Ue hanno approvato l'accordo di divorzio e la dichiarazione politica congiunta sulle relazioni future tra Regno Unito e Unione europea" si legge nel tweet. "Una cosa è certa - ha poi aggiunto Tusk al termine del vertice - rimarremo amici per sempre".

 

Ora la palla passa al Parlamento britannico che dovrebbe votare l'accordo prima di Natale. Per Theresa May la strada è però impervia, visto che la premier britannica non gode della maggioranza per farlo approvare. JUNCKER: "GIORNO TRISTE" - L'annuncio di Tusk è arrivato dopo la dichiarazione del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che a margine del vertice ha definito l'evento "un giorno triste, non un momento di gioia, ma una tragedia, perché un grande Paese lascia l'Unione europea. Ma abbiamo trovato un accordo con la Gran Bretagna, che è il migliore possibile". Per rafforzare il concetto, dopo il vertice, Juncker ha abbandonato il francese per dirlo in inglese. "Chi pensa che respingendo questo accordo potrà averne uno migliore sarà immediatamente deluso", ha sottolineato in un messaggio rivolto ai tories ribelli che contestano alla premier britannica Theresa May l'intesa raggiunta. Juncker ha anche voluto rimarcare la forte unità mantenuta dai 27 paesi rimanenti dell'Ue durante tutto il negoziato. E ha dichiarato che l'intesa raggiunta ieri all'ultimo momento su Gibilterra "è buona per la Spagna".

 

Anche il negoziatore europeo Michel Barnier ha sottolineato in conferenza stampa che "l'accordo è il migliore possibile, date le circostanze". Soddisfatti dell'accordo il presidente francese, Emmanuel Macron, il primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel - che citato dalla Bbc ha affermato: "E' un divorzio, non un funerale" - e il premier italiano, Giuseppe Conte: "Non possiamo essere contenti, c'è una qualche nota di tristezza - ha detto il presidente del Consiglio - ma siamo anche confidenti che quando si concluderà questo percorso avremo un partenariato strategico e privilegiato con il Regno Unito".

 

SALVINI - "Se c'è un voto, il voto va sempre rispettato, ma l'Europa ora deve farsi un esame di coscienza perché in ogni caso la Gran Bretagna era uno dei Paesi che aveva più vantaggi dall'appartenenza all'Unione, pur avendo tenuto la sua moneta, quindi se un Paese così importante ha deciso di uscire evidentemente a Bruxelles qualcuno ha sbagliato qualcosa" ha poi detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, in un'intervista all'AdnKronos. "Ne ho parlato sia con Conte che col ministro degli Esteri - va avanti Salvini - quel che mi interessa ora è tutelare i 700mila italiani che sono là e le imprese italiane che lavorano" in Gb. "Poi loro hanno fatto la loro scelta ed era giusto assecondarla...".

 

MAY SODDISFATTA - Dal canto suo, Theresa May non ha condiviso la tristezza degli altri capi di Stato: "Molti colleghi europei sono tristi e anche molti miei connazionali nel Regno Unito, ma credo che sia il momento di fare un passo avanti - ha affermato la premier britannica -. Sono ottimista sul futuro del nostro Paese, rimarremo amici con l'Europa. Lasciamo l'Unione europea ma non l'Europa e continueremo ad avere buoni rapporti". L'accordo siglato a Bruxelles, ha osservato ancora May è "il migliore possibile e 'unico accordo sul tavolo" e il Parlamento britannico dovrebbe approvarlo. Si "voterà su questo prima di Natale e deciderà se scegliere  la strada di un futuro luminoso o se aprire le porte a un futuro incerto e diviso per il Paese".

 

DUP DELUSO - Il Dup, invece, si è detto "deluso" della decisione della premier britannica di procedere con l'accordo. Per la leader del partito unionista nordirlandese, Arlene Foster, l'accordo "va contro tutto quello che il Dup ha promesso", ha detto citata dalla Bbc. Il Dup, che sostiene dall'esterno il governo di minoranza della May è contrario alla clausola di "backstop" che dovrà garantire il mantenimento di una frontiera aperta fra Irlanda e Irlanda del Nord. Il timore degli unionisti è che si arrivi in futuro a una frontiera commerciale nel mare d'Irlanda, separando l'Irlanda del nord dal resto della Gran Bretagna.

 

LE CONCLUSIONI DEL VERTICE - Il Consiglio europeo, si legge nelle conclusioni del vertice "sostiene l'accordo sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e invita la Commissione, il Parlamento e il Consiglio a intraprendere i passi necessari per assicurare che l'accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da garantire un'uscita ordinata" della Gran Bretagna dall'Unione europea. I 27 leader hanno approvato inoltre la dichiarazione politica che delinea il quadro per le future relazioni fra Londra e Bruxelles. Il Consiglio "ribadisce la determinazione dell'Unione di avere una partnership più stretta possibile con il Regno Unito" in linea con la dichiarazione politica. L'approccio della Ue continuerà a essere definito dalle posizioni e dai principi definiti nelle linee guida concordati dal Consiglio europeo.

 

ECCO COSA PREVEDE L'ACCORDO

 

E' lunga 585 pagine la bozza dell'accordo sulla Brexit che stabilisce il divorzio del Regno Unito dall'Unione europea, previsto per il 29 marzo 2019. L'accordo, che oggi ha avuto il via libera dai 27 leader dell'Ue affronta, tra le altre cose, alcuni aspetti fondamentali come il periodo di transizione, i diritti dei cittadini europei che risiedono in Gran Bretagna dopo il 2019 e quelli dei cittadini britannici in Europa, gli impegni finanziari di Londra con l'Ue e le relazioni fra l'Irlanda del Nord e l'Irlanda. Ecco di seguito i punti chiave dell'intesa:

 

TRANSIZIONE - In base a quanto prevede l'intesa, il Regno Unito lascerà l'Ue il 29 marzo 2019, ma fino al 31 dicembre 2020 sarà mantenuta la situazione attuale, per quanto riguarda l'unione doganale, il mercato unico e le politiche europee. Durante il periodo di transizione il Regno Unito dovrà attenersi alle norme dell'Ue, ma non farà più parte delle sue istituzioni. Il progetto di accordo stabilisce inoltre che la transizione potrà essere estesa una solo una volta e per un periodo limitato, tramite un accordo congiunto. In questo caso la decisione deve essere presa prima del 10 luglio 2020.

 

ASSEGNO DI DIVORZIO - La bozza di accordo stabilisce anche gli impegni finanziari che il Regno Unito dovrà assumere per uscire dall'Ue. Anche se la cifra non figura nel testo dell'accordo, per divorziare con Bruxelles il Regno Unito dovrebbe versare nelle casse europee almeno 39 miliardi di sterline (circa 45 miliardi di euro). Quest'anno, ricorda la Bbc, il contributo del Regno Unito al bilancio dell'Ue è previsto in 10,8 miliardi di sterline.

 

DIRITTI DEI CITTADINI - Questo punto resta sostanzialmente invariato rispetto alla bozza iniziale dell'accordo. I cittadini britannici che vivono nel continente e i cittadini dell'Ue che vivono nel Regno Unito manterranno i loro diritti anche dopo la Brexit. I cittadini che prenderanno la residenza in un altro paese dell'Ue durante il periodo di transizione (compreso il Regno Unito) potranno restare in quel Paese anche dopo la transizione.

 

QUESTIONE IRLANDA DEL NORD - Fin dall'inizio del negoziato, sia Londra che Bruxelles hanno concordato sulla necessità di mantenere aperto il confine irlandese e impedire che il ripristino delle barriere fisiche tra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord compromettesse l'accordo di pace del 1998. Per questo si è deciso di ricorrere a un 'backstop', una clausola di salvaguardia. Il backstop dovrebbe garantire il mantenimento del confine aperto anche dopo il periodo di transizione post Brexit. In questo periodo si negozierà il futuro trattato commerciale tra Regno Unito e Ue che, secondo gli auspici, dovrebbe risolvere anche in modo definitivo la questione irlandese. Di fatto, non c'è nessuna garanzia che si possa giungere a un accordo e per questo è stata prevista la clausola di garanzia.

 

Il backstop concordato tra Londra e Bruxelles prevede che l'Irlanda del Nord resti allineata ad alcune regole Ue in tema di prodotti alimentari e standard sulle merci. In questo modo, non saranno necessari controlli doganali e di frontiera tra Repubblica d'Irlanda (che rimarrà territorio Ue) e Nordirlanda. I controlli saranno però necessari per le merci destinate all'Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito, di fatto istituendo un confine nel Mare d'Irlanda. In questo scenario, è stato concordato di creare un territorio doganale unico tra Regno Unito e Ue, e l'Irlanda del Nord resterebbe in questo medesimo territorio doganale. Finché il backstop è operativo, il Regno Unito sarà soggetto a "condizioni di parità", per garantire che non possa ottenere un vantaggio competitivo pur rimanendo nello stesso territorio doganale.

 

 

 



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