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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

CANDIDATI ALLA FELICITA' CERCASI

Daniele Berti sta per aprire una "palestra della felicità". Requisiti? disposizione al sorriso

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CANDIDATI ALLA FELICITA' CERCASI

Vittorio Veneto - Quando incontro Daniele Berti, vittoriese, 56 anni, single di ritorno (ma che ancora vuole bene alla sua donna), grafico, fotografo pubblicitario, regista e rappresentante di prodotti chimici, sono incuriosita e perplessa. Perché discorrere di felicità mi disorienta un po’.

E poi perché Daniele, prima di farsi intervistare, mi ha fatto avere un biglietto da visita di 12 pagine in cui parlando di felicità cita Anna Frank (“Chiunque è felice renderà felice anche gli altri”) o Henry Ford (“Che tu pensi di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”) e in cui, parlando di se stesso, scrive: “Sono nato il 27 novembre del 1952 e a soli 20 giorni sono stato ricoverato in ospedale a causa di un’epidemia di bronchite capillare dalla quale solo due, dei quasi trenta neonati colpiti, si sono salvati”. A dire il vero, nel curriculum, Berti aggiunge un sacco di altre cose, ma l’“esperienza della sopravvivenza” chissà perché oscura tutto il resto.

 

Daniele, ciao. Piacere di conoscerti. Sei in ritardo di quasi un’ora.

Sì. Non mi succede spesso, ma sono stato dal dentista.

Allora sei scusato. Dunque: stai per aprire una Palestra della Felicità, è vero?

Sì. Sarà la mia attività futura. Ho sempre pensato che nella nostra vita terrena la cosa più importante sia essere felici e che il modo per raggiungere questo obiettivo sia quello di circondarsi di persone felici. L’assioma è questo: più riuscirai a far felici gli altri, più tu stesso sarai felice.

E ti sembra un obiettivo raggiungibile?

Sì. Se hai imparato a camminare, a parlare, a leggere, puoi imparare a essere felice. L’unica dote richiesta è che tu voglia imparare a “essere felice tutti i giorni”.

Nella tua premessa al progetto La Palestra della Felicità, confutando la diffidenza filosofica tipica degli occidentali, affermi che felicità e tristezza sono misurabili. Che un gruppo di neuroscienziati dell’università del Wisconsin hanno stabilito che la scala di misurazione della felicità va da +0,3 (disperazione a un passo dal suicidio) a -0,3 (beatitudine totale) e che l’uomo più felice del mondo è Matthieu Richard, consigliere del Dalai Lama che è arrivato a un inimmaginabile -0,45.

E’ esatto.

Tu quanto sei felice?

Parecchio. Ma non credere che sia indifferente agli eventi (me ne stanno capitando di tutti i colori…) né che sia lobotomizzato. E’ solo che mi sono allenato alla felicità perché quando sei felice sei anche più efficiente. Ho imparato che la felicità sta in me, non negli altri. Ho fatto funzionare la mia corteccia prefrontale…

E se io ti dicessi che il mio attuale grado di felicità è +0,3?

Direi che è un ottimo punto di partenza: puoi solo migliorare! (sorrisi)

Mi pare un’ottima risposta. Potrei venire ad allenarmi nella tua palestra.

E perché no? Anzi: sto cercando degli “aspiranti felici”. Devo fare una tesi per il Master in Counseling dell’Aspic, che mi darà il “diploma” necessario a occuparmi di benessere e così allenare alla felicità, e avrei la necessità di confrontarmi con dei volontari.

Bene. L’appello è lanciato. Ma quali steps dovrebbero superare i volontari per essere felici?

La felicità si raggiunge attraverso la consapevolezza di sé, la Fiducia, la Partecipazione, la Responsabilità e la Cooperazione: è quello che fa tutti i giorni Matthieu Richard. Se ciascuno di noi imparasse a usare questi ingredienti sarebbe felice e sarebbe più felice il mondo. E invece passiamo il tempo davanti alla tivù che diffonde paura (l’opposto della fiducia) e stupidità (l’antonimico della responsabilità). Pensa che biologicamente noi siamo fatti per essere felici. Eppure erriamo nella direzione opposta. Prendi le emozioni. Sono cinque quelle fondamentali: la paura, il disgusto, la rabbia, il dolore e la felicità. L’uomo conosce quattro emozioni sfigate e solo una bella. Perché? Perché c’è solo un modo per essere felici. Ed è possibile raggiungerlo con l’allenamento.

Ti rendi conto che, palestra a parte, stai attuando una rivoluzione antropologica?

Sì. Non credo all’Homo Sapiens Sapiens, ma all’Homo Felix.

Una settimana fa, Daniele Berti ha messo su Facebook la sua "Palestra della Felicità". Bene: a dimostrazione di quanto questo sia il regalo più luccicante tra quelli che vorremmo trovare sotto l'albero, Daniele ha già ricevuto oltre 300 iscritti virtuali. In otto giorni appena, una piccola folla di aspiranti felici ha detto sì. Sì all'emozione più indispensabile del mondo.

Emanuela Da Ros

 


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