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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Cappella Maggiore, vigneti più distanti e niente pesticidi: approvato il nuovo regolamento

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Cappella Maggiore, vigneti più distanti e niente pesticidi: approvato il nuovo regolamento

CAPPELLA MAGGIORE – Cento metri dalle aree sensibili e trenta dalle abitazioni: nuove regole per vigneti e monocolture a Cappella Maggiore. Ieri sera, venerdì, il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento di polizia rurale.

 

Compatta la maggioranza, contraria invece l’opposizione che ha evidenziato, nel corso del lungo e acceso dibattito, come si sarebbe potuto fare di più per tutelare la salute dei cittadini nel rispetto anche degli interessi degli agricoltori. La discussione è entrata nel vivo sulla questione reimpianti.

 

Se i nuovi impianti di vigneti, ma anche le monoculture, d’ora in avanti dovranno rispettare delle distanze minime da luoghi sensibili come scuole e parchi, oltre che da abitazioni, questa regola non varrà per quei terreni dove già esistono dei vigneti che, estirpati, potranno essere reimpiantati qui.

 

Un esempio lo si ha vicino all’asilo di Cappella: qui esiste un vigneto che non rispetta i nuovi limiti. Rimarrà al suo posto e potrà, un domani, pure essere reimpiantato. «I proprietari avranno questo diritto – spiega il sindaco Vincenzo Traetta -, ma si dovranno adeguare a metodi di agricoltura naturale, niente pesticidi».

 

Il documento, che entrerà in vigore non appena sarà pubblicato all’albo pretorio comunale, introduce anche il divieto di utilizzo del glifosate sul territorio comunale. Maggioranza e minoranza sono state invece concordi su un emendamento che ha voluto potenziare la presenza di siepi là dove ci sono vigneti o monocolture allo scopo di garantire un “effetto mitigatore”

 

. «Per chi non rispetta le distanze ora indicate (vigneti esistenti ndr), c’è l’obbligo di impiantare delle siepi – prosegue Traetta -. Non abbiamo infatti potuto far estirpare i vigneti oggi presenti e che non rispettano le distanze minime, perché giuridicamente impossibile. Sarebbe oggetto di ricorsi. Ma a questi agricoltori possiamo sì chiedere trattamenti rispettosi».

 



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Claudia Borsoi

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