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18 aprile 2024

Casatèa e Crimea

Categoria: Notizie e politica - Tags: Crimea, Casatella, veneto, referendum indipendenza veneto

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Emanuela Da Ros | commenti | (13)

Già pranzato?

Ve lo chiedo perché sono le 14.17 quando apro questo post e - scrivendo - mi viene la curiosità di sapere se i miei due lettori e mezzo (il mezzo-lettore-coniglio James non si perde una puntata del mio blog) abbiano già sgombrato il posto a tavola.

Vi chiederei anche cos'avete mangiato, ma nell'impossibilità di avere una risposta diretta, glisso (che non è una sorta di ruttino poco bon ton, sia chiaro).

Vi chiederei (se non fossi appesantita io stessa da un'amatriciana coi piselli) che ne pensate dell'indipendenza.

Perché questa parola (indipendenza) sembra il motore di quanto sta succedendo in queste ore. A latitudini variegate.

A quanto ho recepito, tra una forchettata e l'altra, in queste trame di storia condivisa, due sono le regioni che chiedono l'indipendenza, cioè la libertà di svincolarsi da ogni autorità (nel novero, metterei anche mio figlio Umbi che chiede l'indipendenza da sua madre, ma mio figlio non è una regione, quindi mi sa che non ci azzecca).

Da una parte c'è la Crimea, dove pare che - in seguito a un referendum - l'87 per cento della popolazione abbia votato il divorzio dall'Ucraina; dall'altra c'è il Veneto. Che sta votando il divorzio dall'Italia.

Da domenica, in Veneto, è infatti in corso un referendum per l'indipendenza della regione. E a quanto risulta da fonti vicine al patrocinio referendario, 700mila persone avrebbero già partecipato alla votazione.

I risultati della consultazione si conosceranno solo entro venerdì, ma intanto qualche riflessione è consentita.

Per esempio queste:

  1. Il Veneto, come la Crimea, chiede di non essere soggetto a uno stato che non riconosce. Chiede di potere gestire i propri schei (in Crimea li chiamano in altro modo, ma non so quale); di poter disporre delle proprie risorse e di poter avere un proprio governo;
  2. il Veneto, come la Crimea, chiede di poter parlare una lingua non ucraina (cioè: ops! non italiana) , bensì un dialetto che è un po' diverso tra Chioggia e Lentiai, ma insomma forse i se capisse;
  3. il Veneto, come la Crimea, chiede...be', insomma...non sono particolarmente informata sui fatti, ma Qualcosa chiede.

Le analogie tra Crimea e Veneto comunque e dunque esistono.

E mentre Putin, in attesa che la Duma (attenzione! non è una delle ex olgettine di Berlusconi) si esprima sull'annessione di quella penisolotta tanto strategica, ha già firmato un documento in cui la Crimea risulta stato sovrano, Renzi non si è mosso.

Ve be' che Renzi è appena uscito dagli Esami di Maturità con la Merkel (dove ha preso ottimi voti e persino il "mi piace"), ma insomma - dopo il riposino - potrebbe pure twittare qualcosa sul Veneto indipendentista.

Perché settecentomila persone in attesa di sapere a che cavolo di stato appartengono non sono una pulce, una zecca, una nota bemolle sullo spartito di Google map.

Sono persone che devo decidere se la Casatea (casatella, per gli stranieri) possa essere considerata piatto tipico o se la voce idiomatica "che bae, fioi" possa entrare - un giorno - nell'inno nazionale (come espressione taumaturgica-identitaria, tesa a sollecitare una reazione catartico-verbale alla fatica del vivere. Qui e lì.)



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La secessione del Veneto?

Un 1° Aprile anticipato.

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Direttore,
complimenti per il bel articolo, simpatico e intrigante.
Fino a qualche anno fa del referendum veneto si sarebbe sorriso, ma dopo l'esperienza della Slovenia, della Croazia e del Kosovo e oggi della Crimea, tutto assume contorni diversi, non sempre allegri. La nostra salvezza risiede nella totale assenza di idee da parte dei promotori del referendum. Una volta vinto e chiesta l'indipendenza dove si va? E che cosa si fa? Inoltre, per nostra fortuna non abbiamo una Russia confinante altrimenti anche noi saremmo stati inglobati nel grande impero russo.
Sempre a meno che, dimentico della nostra storia, qualcuno non chieda di essere annesso all'impero asburgico, convinto che questa soluzione sia quella migliore. Così forse si sentirà meglio in quanto ultimo dei primi, piuttosto che primo degli ultimi.
Cordialmente, suo Felix

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Grazie Felix! Bella quella faccenda dei primi (e degli ultimi). Immagino però non sia gastronomica. ;)

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Se il figlio si chiama Umberto penso non voglia l'indipendenza ma la secessione!

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mio figlio Umbi/Umberto si occupa di sfumature lessicali solo se sono inqualchemodocollegate alla play station.
Per quanto mi riguarda il suo nome mi è forse (in parte, chissà) stato ispirato da Eco.

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Purtroppo l'esito del referendum sarà nullo, mica siamo in democrazia?
Il referendum? Illegittimo ovviamente, qua comandiamo noi! (leggi europa o roma)
Un vero peccato non avere un Putin che faccia rispettare gli esiti delle consultazioni.

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Come noto il Sig. MarcoM (impavidamente anonimo) è per il "metodo russo": esportazione della "democrazia" a suon di carrarmati... metodo assai simile al "Chavez-Maduro": se protesti ti metto al muro...

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Eh, dimenticavo: la democratica Svizzera, dopo aver fatto un referendum sull' immigrazione (ma cos'è sta mania dei referendum?) è stata sanzionata dalla dittatura europea.
Sanzioni di qua, sanzioni di la... sua maestà europa fa da padrone.

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Magari la Unione Europea avesse il potere di sanzionare gli gnomi svizzeri, egoisti opportunisti che sempre pensano agli affaracci loro. Sai quanti capitali sporchi potremmo recuperare ....

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Vedo che i miei post.postdigestivi sollecitano agguerrite riflessioni. O forse è la Ue che punzecchia il dibattito al peperoncino.

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Chiedo alla prof Da Ros di rispiegare questa lezione (eh sì, lo ammetto, ero distratto prof!) perché mi risulta che la famosa Restaurazione non sia stata fatta 'a regola d'arte'. Per restare in metafora di antiquariato, la 'credenza Luigi XVI' è stata rimessa a nuovo e riconsegnata ai legittimi eredi (forse) ma il 'lettone in barocco veneziano' è stato dato a tali Asburgo. Quale cavillo giuridico è stato invocato per giustificare tali differenze?

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Caro Marco,
Venezia era indebitata, strategicamente ai margini, non aveva più né marina né esercito e in più aveva collaborato con il nemico Napoleone. Se a ciò aggiungiamo la debolezza del suo apparato diplomatico, da sempre uno sei suoi fattori di potenza, e l'antipatia per essa provata da molte case regnanti europee è facile spiegare i motivi delle decisioni prese a Vienna.
Nei congressi tra le potenze caro Marco non si applicano le leggi o meglio solo una: quella del più forte. In quel caso Venezia fu sacrificata.
Quello che però mi sconvolge della storia è che molti nostri conterranei più o meno leghisti, dimentichi dello scarso appeal che gli Asburgo avevano nelle nostre terre, si attaccano a quei 60 anni circa di dominio austriaco per giustificare le efficienze del veneto quando esso si è riunito all'Italia, dimenticando nel contempo le centinaia di anni di lungimirante politica veneziana che ci ha reso ciò che siamo.
La storia sarebbe stata diversa se Venezia fosse riuscita a coagulare intorno a sé tutti gli italiani e si fosse formato uno stato unitario ben prima del 1861. Se ciò fosse accaduto nel 500, com'era possibile, il canale di Suez l'avremmo costruito noi italiani e probabilmente la nostra storia sarebbe stata diversa più marittima e meno continentale. Anche noi forse oggi avremo avuto un impero marittimo di stampo britannico e l'Europa sarebbe invidiosa a guardarci. Tutto bello ma così non è andata e oggi rimpiangiamo un localismo che non ci porterebbe da nessuna parte.
Un caro saluto. Felix

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Per il direttore .... i cittadini della Crimea hanno votato l'annessione alla Russia con il 97% dei sì.
Cordialmente. Felix

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