Caserma Serena, eliminati gli alberi dell'aiuola dello spaccio
Il sindaco Conte, dopo il blitz dei vigili, ha mandato gli operai a tagliare tutti i cespugli davanti al centro di accoglienza
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TREVISO - Un prato verde di fronte all’ex caserma Serena. Dopo nemmeno 24 ore dal blitz della polizia locale di giovedì davanti al centro di accoglienza per richiedenti asilo, che ha portato alla perquisizione di diversi profughi e al ritrovamento di circa 200 grammi di marijuana tra i cespugli nell’aiuola antistante l’ingresso della struttura, ieri tutti gli alberi e cespugli dell’area verde sono stati rasi al suolo.
L’intervento voluto dal sindaco Mario Conte e coordinato dal settore lavori pubblici del comune di Treviso è stato voluto proprio per evitare i continui bivacchi sotto alberi e cespugli usanti anche come nascondigli per la droga.
Dopo la decisione di togliere le fioriere di porta Altinia, diventate nascondigli per lo spaccio, ieri è toccato agli alberi della grande aiuola spartitraffico lungo via Zermanese.
“Con questa azione è evidente il forte segnale che vogliamo dare sul tema sicurezza in città - ha commentato Davide Acampora di Forza Italia - Nè Manildo e tantomeno la Giuriati si sarebbero mai sognati di fare una cosa del genere per non turbare la Prefettura, tabù finalmente sfatato da questa nuova stagione di rinnovamento amministrativo. Molti richiedenti asilo nascondendosi sotto il regime di protezione che viene loro attribuito anche grazie a delle vere e proprie aree di inviolabilità in cui vivono, si dilettano spesso e volentieri in reati anche piuttosto gravi”.
Acampora ha anche sottolineato il ruolo importante della polizia locale: “Finalmente con l’amministrazione Conte i nostri Agenti hanno ritrovato il ruolo di un tempo, che avevamo dimenticato da 5 anni, che non è soltanto quello legato alla circolazione e alle sanzioni per chi non rispetta il codice della strada bensì anche quello di attori principali nel presidio del territorio con importanti compiti di sicurezza e lotta al traffico di stupefacenti. Un plauso queste donne e questi uomini”.