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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Cattolici e politica

Riflessioni sul presente

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Cattolici e politica

VITTORIO VENETO – Recentemente il prof. Stefano Zamagni, considerato uno degli studiosi di area cattolica molto apprezzato, ha presentato a nome di diverse associazioni cattoliche un “manifesto”, che OggiTreviso ha commentato domenica 17 scorso nella pagina nazionale,  http://www.oggitreviso.it/cattolici-politica-219415.



Per approfondire l’argomento, OggiTreviso ha intervistato tre autorevoli rappresentanti della Diocesi di Vittorio Veneto, don Andrea Forest, delegato vescovile per la pastorale sociale, Emanuela Baccichetto, presidente dell’Azione Cattolica diocesana e Marco Zabotti, direttore scientifico e vice presidente Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”.



1. Il rapporto tra cattolici e politica, che da sempre anima il mondo cattolico, registra molte incertezze sul come muoversi. Il Manifesto “Zamagni” lascia intravedere qualche indicazione, che superi la logica del ciascuno autonomamente fa quello che gli pare e piace…



Baccichetto: Un comune denominatore per i cattolici in politica c’è già, ed è la dottrina sociale della Chiesa, ulteriormente aggiornata dal pensiero contenuto nella Laudato sì di papa Francesco.



Questo Manifesto “Zamagni” mette chiaramente in evidenza alcuni obiettivi legati alle urgenze della società di oggi, ma mi sembra voglia mettere in risalto anche un metodo di decisione politica che vuole essere soprattutto partecipativo e inclusivo di responsabilità già presenti nella società civile. Credo che spesso si noti non tanto una disaffezione dei cattolici dall’interesse per la cosa pubblica e per il bene di ciascuno, basti guardare al variegato mondo del volontariato.



Piuttosto c’è stato un atteggiamento di ignoranza verso questo mondo da parte di chi ha la responsabilità politica, che ha portato a scelte monche e parziali, a decisioni e azioni fatte a prescindere dalla conoscenza ed esperienza diffusa nel territorio, che hanno deluso e alimentato una incomprensione e separazione. Nel mondo dell’impegno politico cattolico, le diverse sensibilità possono portare a diverse agende di priorità, ma nessuna di queste può prescindere dalla centralità della persona, dalla costruzione di una comunità umana solidale e custode del creato.



 



Forest don Andrea: Il rapporto tra cattolici e politica, che da sempre anima il mondo cattolico, registra molte incertezze sul come muoversi. Il Manifesto “Zamagni” lascia intravedere qualche indicazione, che superi la logica del ciascuno autonomamente fa quello che gli pare e piace...



Zamagni è un economista di grande competenza. A lui, e a chi condivide la sua linea di pensiero, va il merito di aver riscoperto l’economista Antonio Genovesi, vissuto nel Settecento, in pieno Illuminismo. A Genovesi si deve il concetto di “Economia civile”, che si fonda sostanzialmente sul principio di reciprocità, che riconosce a ciascuno la responsabilità di impegnarsi per il bene comune; insieme all’altro grande principio: quello della gratuità, ovvero la capacità di passare da un’economia improntata sui beni materiali a un’economia capace di valorizzare le relazioni.



Il Manifesto di Zamagni non fa altro che tirare le logiche conseguenze da questa impostazione dell’economia (che è agli antipodi rispetto al paradigma economico oggi dominante) per offrire dei criteri politici. Se infatti l’economia è uno dei mattoni fondamentali della società (non a caso l’art. 1 della nostra Costituzione riconosce la Repubblica Italiana come “fondata sul lavoro”), dall’impostazione delle relazioni economiche possono derivare anche precisi orientamenti di azione politica. Va ovviamente notato che l’economia di Zamagni (e a sua volta di Genovesi, che era un prete) ha una fortissima sintonia con i principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Per cui sono valori che trovano anche una sintonia da parte mia.



Fatta questa premessa, che ritengo però necessaria, vengo al dunque: quello di Zamagni è un tentativo di chiamare a raccolta i cattolici? Direi non in senso stretto.



Zamagni è interprete di un sentire comune oggi nella Chiesa, espresso anche dal Card. Bassetti, Presidente della CEI, ma anche da molti cattolici che hanno dimestichezza con l’ambiente politico. Oggi si sente il desiderio di fare qualcosa per ricomporre un’unità frammentata: l’idea non è tanto quello di costituire un partito dei cattolici, quanto piuttosto di risvegliare nei cattolici l’amore e l’urgenza per l’impegno politico.



E certe leadership del passato, remoto e prossimo, da parte della gerarchia cattolica non sempre hanno favorito nei cristiani l’amore per il bene comune, declinato anche come impegno politico. Basta chiedere ai giovani che frequentano le nostre parrocchie quanto si sentano formati dal punto di vista di un cammino ecclesiale rispetto ai temi della politica e del bene comune: si registra un totale smarrimento.



Chi è interessato alla politica non lo è perché l’ha respirato nella comunità cristiana come esigenza del Vangelo; lo è al massimo per un lodevole interesse personale. Ecco, credo che Zamagni voglia un po’ risvegliare questa coscienza sociale dei cattolici. E lo fa non da sprovveduto, ma con precisi temi, molto concreti e attuabili, a tal punto da essere molto credibile.



Ricorda un pò l’Appello ai Liberi e Forti, di don Luigi Sturzo del 1919. Stesse idee (peraltro con espliciti riferimenti al Popolarismo in Zamagni), stessi principi, stessa concretezza. Si potrebbero quasi mettere in parallelo i due Manifesti, entrambi accomunati anche dal nascere in un’epoca di ricostruzione sulle macerie del passato: cent’anni fa era la Grande Guerra, oggi è il vuoto di valori e di significati che la nostra società decadente non è più in grado di generare.



Zabotti Marco: Il Manifesto “Zamagni” può essere un punto di riferimento importante di valori, idealità e priorità che derivano dall’ispirazione cristiana e dai principi della Carta Costituzionale, nell’ottica del bene comune e per un profondo rinnovamento delle prassi in questo ambito. Credo possa rappresentare un’iniziativa interessante e significativa per ridare anima e vitalità al percorso dei cristiani laici nel nostro tempo, riproponendo una visione alta della politica, della democrazia rappresentativa, della comunità. Indica inoltre vie concrete per le sfide urgenti del nostro tempo, per tutti gli uomini e le donne di buona volontà.



Non mi pare peraltro possa essere interpretato in senso riduttivo come soggetto chiamato a entrare immediatamente nel panorama partitico ed elettorale italiano. Continua



pietro.panzarino@oggitreviso.it


 


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