CAVE: MURARO SI SCHIERA COI SINDACI
Firma di un documento congiunto in Provincia per mitigarne l’impatto. Sarà inviato in Regione
Montebelluna – Circa il 70% della ghiaia estratta in Veneto dovrebbe provenire dalla Provincia di Treviso.
Montebelluna e Trevignano sono tra i comuni più colpiti, e difatti guidano la protesta dei sindaci che intendono bloccare l’escavazione. Dalla loro anche il presidente della Provincia Leonardo Muraro.
Ieri in Provincia è stato siglato un accordo che prevede il blocco della autorizzazioni per nuove cave, delle escavazioni vicino alle falde e la riqualificazione immediata delle aree dismesse. È da vedersi come una sorta di risarcimento per i comuni più colpiti.
Il documento sarà inviato nella sede della Regione a Venezia, in modo che la Giunta possa capire chiaramente che i comuni non ci stanno. Se si guarda ai dati del piano regionale cave si nota che in provincia di Treviso i volumi già autorizzati sono sufficienti a garantire il soddisfacimento dell’intero fabbisogno per oltre 12 anni.
In sostanza si chiede di non approvare la proposta di Prac così com’è formulata oggi.
“Fino all’approvazione - recita il documento - si chiede alla Regione: di non rilasciare di nuove autorizzazioni per l'apertura di nuove cave o l'ampliamento di quelle esistenti; di vietare, per il futuro, l'escavazione sotto falda; di favorire la riqualificazione ambientale per le cave dismesse; di eliminare dalla pianificazione i cosiddetti "contesti vocati", cioè le aree che si presumono idonee all'apertura di nuove cave in considerazione della presenza di un'efficiente infrastrutturazione viaria e di una ridotta antropizzazione del territorio, senza ulteriori approfondimenti in materia ambientale, paesaggistica, etc.”.