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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Cervello (vittoriese) in fuga verso il Meridione

Jessica, ricercatrice al Cro di Aviano, si sposta a Salerno

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

VITTORIO VENETO ­ - Viaggia controcorrente, Jessica Dal Col, ricercatrice vittoriese che da settembre si trasferirà a Salerno, dove per tre anni porterà avanti un progetto di ricerca sull’”Immunoterapia con cellule detritiche” al dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università. Ciò che ha portato Jessica a Salerno è l’amore: per il suo lavoro, certo, ma anche per il suo compagno, Pierpaolo, ricercatore a tempo indeterminato presso l’Università di Salerno che dal 2006 fa il pendolare­per­amore ogni fine settimana.

 

Originaria di Vittorio Veneto, Jessica dopo il diploma al liceo classico Flaminio si è laureata in biologia a Padova. Per poi continuare la sua attività di ricerca al Cro di Aviano. Esclusa una parentesi di anno a Columus negli Stati Uniti, la ragazza ha sempre svolto la sua attività in Italia. Paese dove la ricercatrice ha deciso di investire le sue conoscenze, le sue competenze e di mettere su famiglia. Jessica, in questi anni, ha infatti messo al mondo due bimbi, Gabriele e Lorenzo, che ora hanno 5 e 2 anni e che a settembre seguiranno la mamma a Salerno dove la famiglia, per la prima volta, sarà finalmente unita.

 

“I questi anni ­ racconta Jessica ­ il mio compagno mi ha raggiunta da Salerno quasi ogni fine settimana. Prima che nascessero i figli andavo anche io a trovarlo ma spostarsi con i bambini era diventato impossibile”.

Per questo la scelta di trasferirti? “E’ stato per caso che sono venuta a conoscenza del bando Brains2South promosso dalla fondazione Con il Sud, nata per riscattare il Sud Italia e attrarre giovani eccellenze. Una mia amica mi ha girato il bando e io avevo le caratteristiche per parteciparvi: era necessario non aver studiato o lavorato in Sud Italia, e ovviamente bisognava avere requisiti scientifici particolari”.

Jessica è stata una delle dieci persone che hanno vinto il bando. E la sua proposta ­ una ricerca sull’immunoterapia utilizzata nella cura del cancro ­ sarà oggetto di studio per i prossimi tre anni. “Quello su cui noi lavoriamo ­ spiega Jessica ­ è un potenziamento del sistema immunitario in modo che sia il sistema immunitario stesso a debellare il tumore. Questo sistema viene utilizzato insieme ad altre terapie, le va a rafforzare e aiuta a debellare il tumore anche nei residui. E gli effetti collaterali sono minori rispetto a una chemioterapia o alla radioterapia. Negli ultimi anni sono stati fatti molti studi su questo e i risultati si sono visti. Lo studio che noi proponiamo è ancora all’inizio ma in questi tre anni speriamo di ottenere risultati positivi, che possano poi entrare in fase sperimentale”.

 

Una ricercatrice che crede nel proprio paese, Jessica. Una mamma, una scienziata. Una donna che sceglie di crescere in Italia e che, negli anni dell’esodo di cervelli dallo stivale e soprattutto dal sud, decide di cambiare rotta. Non da sola: sono tanti i “cervelli” che rimangono in Italia e che, nonostante le difficoltà, cercano di andare avanti. “Credo che entrambe le scelte ­ espatriare, rimanere ­ siano coraggiose e per fortuna ci sono sempre più associazioni (AIRC, Thelethon, "fondazione con il sud", fondazione Veronesi e altre, oltre che finanziamenti ministeriali italiani ed europei riservati agli under 35 e agli under 40), che sostengono l'attività e la carriera di noi giovani ricercatori ­ spiega Jessica ­ E sono queste le risorse "materiali" e preziose che abbiamo a disposizione in Italia”.

 



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Stefania De Bastiani

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