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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

CERVI IN CANSIGLIO: LA SOLUZIONE NON E' IL FUCILE

Gli allevatori chiedono interventi per arginare i danni provocati dai cervi

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CERVI IN CANSIGLIO: LA SOLUZIONE NON E' IL FUCILE

Cansiglio - La presentazione sabato scorso sull’altopiano del progetto “Assi del Cansiglio” è stata l’occasione per riportare alla ribalta il problema dell’aumento del numero dei cervi in foresta.

Gli allevatori erano sul piede di guerra e pronti con le botti di liquame per un'azione forte: una protesta poi rientrata. Gli allevatori, che ancora sperano nel dialogo, lamentano danni notevoli e giustamente chiedono che si faccia qualcosa e, visto che il Cansiglio è di proprietà regionale, chiedono che la Regione faccia qualcosa ed anche in tempi rapidi, dopo anni di non intervento.

Ieri in Cansiglio era presente anche il ministro Zaia: a lui gli agricoltori hanno chiesto aiuto. Il loro appello è stato accolto dal ministro, che  ha affermato che a quelle richieste va dato ascolto.

Ma il ministro ha anche detto che è ancora possibile l’ipotesi della cattura e dello spostamento, così come da anni gli ambientalisti vanno chiedendo.

Sarebbe da sciocchi non riconoscere che il problema esiste ma non si è mai voluta prendere in considerazione una soluzione diversa dagli abbattimenti.
Tutti gli studi fatti fino ad un anno fa sono stati dei semplici conteggi.

Da poco si è cominciato a valutare i “danni” da pascolo, cioè l’erba non più disponibile per le mucche, ma non esiste nessun dato certo per i danni da brucatura agli alberi in foresta, quindi al di là del danno per gli agricoltori ancora poco si sa sul numero di animali che la foresta potrebbe sostenere.

Nell’ottocento il cervo era sicuramente presente in Cansiglio, ma proprio la caccia, o meglio il bracconaggio, lo hanno fatto sparire e solo da pochi anni sta ricolonizzando le nostre aree alpine.

Ora è diventata una presenza importante e molti turisti visitano il Cansiglio proprio per vedere i cervi.

Ma qualche amministratore, nel recente passato, ha pensato di trasformare la presenza del cervo nell’occasione per farsi votare dai cacciatori, promettendo la caccia, sotto forma di selezione, nella foresta, censurando di fatto qualsiasi altra azione di contenimento che non fosse quella dello sparare.

Il Cansiglio non è una riserva di caccia, bensì un’area demaniale tutelata dalle normative europee quale SIC e ZPS. Al suo interno non si può intervenire sparando, se non in caso di grave necessità e dopo aver tentato i metodi cosiddetti “ecologici” come la cattura.

Il precedente presidente della provincia di Belluno si è sempre opposto alle catture e agli spostamenti ed ora anche gli allevatori pagano sulla propria pelle il braccio di ferro tra chi voleva sparare subito e gli ambientalisti che chiedevano e ancora chiedono un percorso più complicato, ma meno violento.

Gli ambientalisti chiedono che la Regione non si pieghi alla prepotenza di chi vuole sparare ma per prima cosa aiuti gli agricoltori in difficoltà con un opportuno contributo.  La politica deve fare la sua parte: aspettare ancora serve solo ad esasperare gli animi.

 

Toio De Savorgnani

 


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