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18 aprile 2024

Treviso

Clandestini sfruttati e schiavizzati, 4 arresti tra Treviso, Verona e Udine

Aziende agricole impiegavano immigrati irregolari per pagarli pochissimo o non pagarli

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Clandestini sfruttati e schiavizzati, 4 arresti tra Treviso, Verona e Udine

TREVISO - La guardia di Finanza di Verona ha arrestato 4 persone nell'ambito di un'inchiesta sull'immigrazione clandestina. Gli arresti sono stati eseguiti tra le province di Verona, Treviso e Udine. Undici gli indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina mediante produzione di documentazione fittizia, sfruttamento del lavoro, riciclaggio e auto-riciclaggio dei proventi illeciti così conseguiti.

 

Sono coinvolti anche due studi di consulenza del lavoro di Vicenza e Padova che si adoperavano per produrre documentazione non veritiera (contratti di lavoro, buste paga create ad hoc o artatamente modificate) per far rimanere gli immigrati in Italia. Le indagini sono state avviate dai finanzieri di Legnago a seguito di un'analisi dell'operatività delle aziende operanti nel settore della fornitura di manodopera che ha permesso di individuare un indice di anomalia nella gestione di una ditta che risultava aver assunto oltre 300 persone tra il 2014 e il 2016 e nel 2017, pur avendo chiuso l'attività, continuava ad assumere extracomunitari.

 

Le false assunzioni servivano a favorire la permanenza in Italia gli immigrati che per ottenere la falsa assunzione dovevano sborsare fino a 400 euro, sulla base di un vero e proprio tariffario. Lo sviluppo delle indagini ha riguardato ulteriori due aziende per un totale di oltre 500 fittizie assunzioni. Le aziende coinvolte, di fatto, utilizzavano solo una minima parte degli stranieri assunti (circa 50), reclutando per lo svolgimento della propria attività altri clandestini (oltre 100) che, sotto-pagati o talvolta non pagati, venivano impiegati come forza lavoro presso aziende operanti nel settore agricolo e zootecnico, soprattutto nel veronese.

 

Accertata una frode fiscale e omesso versamento ai fini previdenziali ed assistenziali per circa 1.200.000 euro. Il sodalizio, guidato dal legale rappresentante di una società fornitrice di manodopera si serviva di 'caporali' di origine marocchina che avevano il compito sia di sorvegliare gli stranieri assunti dalle aziende (alloggiati in strutture fatiscenti e in condizioni di degrado), sia di ingaggiare, all' occorrenza, ulteriori stranieri clandestini da impiegare illecitamente nelle proprie attività.

 


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