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20 aprile 2024

Treviso

Claris Leasing, Cisl: "Stato di agitazione a tempo indeterminato"

Paolini della First Cisl: "L’azienda negli ultimi mesi ha messo in atto inaccettabili comportamenti intimidatori verso lavoratori e rappresentanti sindacali"

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Claris Leasing, Cisl:

Massimiliano Paglini, segretario generale della First Cisl Belluno Treviso

TREVISO – Stato di agitazione a tempo indeterminato alla Claris Leasing spa, società trevigiana passata da Veneto Banca al Gruppo Cassa Centrale Banca.

Dopo mesi di incertezze e timori, la vendita della Claris Leasing sembrava potesse rappresentare un punto di svolta per la gestione e le prospettive delle lavoratrici e dei lavoratori dell’azienda.

Invece, dopo un primo periodo di quiete immediatamente successivo all’acquisizione perfezionata alla fine del mese di agosto, alla Claris Leasing, spiega Massimiliano Paglini, segretario generale della First Cisl Belluno Treviso, “si è tornati a modalità e comportamenti vessatori verso dignitosi e onesti lavoratori solo perché hanno avuto l’ardire di rivolgersi a soggetti istituzionali preposti al rispetto delle leggi sul lavoro, pensando di essere nel moderno e democratico anno 2018, epoca in cui le tutele e i diritti dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali dovrebbero essere preservati da un impianto di regole costruito faticosamente dal dopoguerra in poi”.

“L’azienda - spiega Paglini - negli ultimi mesi ha messo in atto inaccettabili comportamenti intimidatori nei confronti di lavoratori e rappresentanti sindacali. Abbiamo diffidato la direzione generale di Claris Leasing e messo a conoscenza dei fatti anche la Cassa Centrale Banca e abbiamo dichiarato lo stato di agitazione e mobilitazione permanente delle lavoratrici e dei lavoratori riservandoci ulteriori azioni a tutela della dignità e dei diritti di chi non ha voce”.

“Avevamo chiesto a Claris Leasing e alla nuova proprietà un incontro per chiarire eventuali ricadute sui dipendenti a seguito dell’acquisizione e dopo un mese e mezzo siamo ancora in attesa- conclude- Da qui la decisione di diffidare l’azienda e di proclamare lo stato di agitazione”. La società ha sempre respinto le accuse della Cisl.

 


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