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28 marzo 2024

Ambiente

Via col VenTo, da Venezia a Torino

| Elena Zanardo |

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| Elena Zanardo |

Via col VenTo, da Venezia a Torino

CONEGLIANO - Il VenTo in questione è un progetto del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, che intende unire tutto il nord Italia con una lunga pista ciclabile.
Se la prima impressione è che sia un progetto ambizioso e dalle sfumature romantico poetiche, basta approfondire qualche semplice dettaglio (dati forniti dai promotori stessi del progetto), per capire che assieme all’ambizione ci sono molti fatti e fattibilità, insieme al romanticismo c’è una grande possibilità di sviluppo e guadagno e insieme alla poesia evocata da una passeggiata in bicicletta ci sono possibilità di lavoro, introiti e turismo.
Il progetto non parte da zero, la pista dovrà infatti unire i tratti già pedalabili ad altre porzioni che richiedono interventi di vario genere, dal semplice espletamento di pratiche burocratiche alla messa in sicurezza alla creazione vera e propria della pista. Sempre secondo i dati forniti occorrerebbero per questo progetto poco più di 80 milioni di euro (lo 0.01% della spesa pubblica annuale; il costo di 1-2 km di autostrada). Necessario, indispensabile e altrettanto impegnativo anche l'impegno dello Stato, di 4 regioni, di 12 province, degli enti fluviali, di tutti i comuni che si devono far coordinare da un soggetto unico.
Se questi sono i costi, i guadagni sembrerebbero esponenziali: il giro di affari annuo è stimato in due volte l'investimento iniziale, ogni anni, inoltre una via così strutturata potrebbe continuare a crescere disegnando una ciclabile che si allarga in Europa unendosi a quella del Brennero-Peschiera-Mantova, la Torino-Nizza e attraversando il Po proseguire sulla Mantova-Ferrara-Adriatico in tutta Italia.
Grandissime le potenzialità anche per il turismo, VenTo infatti segue le vie di comunicazione tradizionali come il treno il fiume. La parte veneta di questa pista ciclabile ad esempio riprende e sistema la ciclabile Treviso-Ostiglia che costeggia la ferrovia e coinvolge le province di Padova, Vicenza, Verona, Treviso e Mantova. Le Province opereranno insieme ai lavori e, una volta completata questa prima porzione, sarà la più lunga ciclovia d'Italia (116 km) in attesa del VenTo integrale che sarà di 679 km.
Il tratto nella provincia di Padova (33km) pare sarà il primo a essere terminato (il prossimo settembre). Mentre il tratto nel Veronese è in ritardo perché tutti gli sforzi sono stati indirizzati per la pista del Sole che collega Verona all’Austria e si congiungerà in futuro con la Treviso-Ostiglia. Parte della ciclovia impiegherà un ampio tratto di ferrovia dismessa: la regione Veneto si è impegnata a reperire fondi europei e aprire un tavolo con le FFSS.
Il Politecnico ha proposto questo progetto al Paese come un progetto di sviluppo, una concreta e stabile occasione di occupazione e rilancio economico dei territori attraversati (e non solo loro).
La riflessione alla base di questa idea è sull’importanza della mobilità sostenibile, per l’ambiente e anche per la salute. Una riflessione del Politecnico dice che “Le ciclovie non sono accessori di una società agiata o di una cultura che non ci appartiene, ma sono infrastrutture come le altre idonee per tutte le culture.”
VENTO non è un progetto locale, ma un progetto del Paese: sono 679 km di ciclabile, ma sono anche 679 km di green economy, di green jobs e potenziale crescita dell'economia.

 



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Elena Zanardo

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