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25 aprile 2024

Treviso

"Coltiviamo la Cannabis anche nella Marca"

Coldiretti lancia la proposta:" Se può essere coltivata per fini terapeutici non vedo motivi che possano ostacolarne la coltivazione"

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TREVISO - “Perché non coltivarla nella Marca trevigiana? Se la cannabis può essere coltivata per finalità terapeutiche non vedo motivi che possano ostacolare questa coltivazione”. Con queste parole Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso, saluta la possibilità di avviare un nuovo tipo di coltivazione nella provincia di Treviso: quella della cannabis.

Quasi due italiani su tre, il 64%, sono favorevoli alla coltivazione della cannabis ad uso terapeutico in Italia, per motivi di salute, ma anche economici e occupazionali. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca della Coldiretti/Ixè elaborata nell'ambito dello studio Coldiretti sulle potenzialità economiche e occupazionali della coltivazione, trasformazione e distribuzione della cannabis ad uso terapeutico.

“Una comprensione che – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - risponde ai bisogni di pazienti con patologie gravi come Sla, la sindrome di Tourette, l’Alzheimer, il Parkinson e diversi tipi di sclerosi come la sclerosi multipla, contro le quali farmaci con il principio attivo della cannabis si sono dimostrati utili. In Italia sono da subito disponibili almeno mille ettari di serre in disuso per la coltivazione in ambiente controllato per soddisfare i bisogni dei pazienti in Italia e all’estero. Una opportunità anche per le imprese agricole trevigiane”.

  Per quanto riguarda il giro di affari che potrebbe generare la coltivazione ci si aggira su 1,4 miliardi e almeno 10mila posti di lavoro. Un’opportunità, per Coldiretti, va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto sperimentale di filiera italiana al 100% che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica.

“Un primo passo che - conclude il presidente Feltrin  - potrebbe aprire potenzialità enormi se si dovesse decidere di estendere la produzione nei terreni adatti: negli anni 40 con ben 100mila gli ettari coltivati l’Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici”.

 


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