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28 marzo 2024

Montebelluna

Il Comitato per la tutela delle Grave di Ciano sfida l'assessore Bottacin

A fronte del fiume di dichiarazioni fatte di recente dall’assessore il Comitato ha deciso di replicare

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Grave di Ciano del Montello

CROCETTA DEL MONTELLO – Le dichiarazioni fatte ieri dall’assessore regionale Bottacin non persuadono i cittadini di Crocetta del Montello e le tante persone che hanno aderito anche dai paesi vicini al Comitato per la tutela delle Grave di Ciano. Il movimento di cittadini nato per bloccare le casse di espansione programmate nell’alveo del Piave che prevedono un escavazione senza precedenti nella storia del fiume, 35milioni di metri cubi d'invaso con l'estrazione di ghiaia pare per 21 milioni (in tutt’Italia se ne estraggono annualmente circa 50milioni) e un muro lungo oltre 13 chilometri.

“Siamo molto perplessi dall'analisi dell'assessore Bottacin che continua ad invitare chiunque ne abbia voglia a realizzare un piano alternativo in 2 mesi e con fondi propri (la scadenza che ci ha dato è per il 19 febbraio 2020) circostanziato di calcoli, cifre, etc. etc... quando la Regione Veneto ci ha messo più di 30 anni per fare un Piano Stralcio con i soldi della Comunità – esordisce il presidente del Comitato, Franco Nicoletti -. Siamo allibiti dalla poca trasparenza dimostrata dai vari enti, un giorno sì e uno no sbucano nuovi documenti che smentiscono quello che loro hanno detto pochi giorni prima... se sono veramente trasparenti che pubblichino la lista di tutti gli atti e i documenti che trattano questo argomento, con tutti i riferimenti per poterli visionare”.

La replica quindi prosegue: “Che l'assessore ci spieghi perché in un articolo del 09.12 affermava "non lo dico io ma il Piano Stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Piave pubblicato sulla GU del 29 gennaio 2010"... peccato che nel Piano Stralcio approvato nel 2010 non si afferma che la sede più idonea per le casse di espansione non sono le Grave di Ciano: in realtà indica come migliore sede Ponte di Piave. Sempre che ci spieghi perché in un altro articolo affermi che nell'Ordinanza 3906 del 13 novembre 2010 (che, essendo del Presidente del Consiglio dei Ministri, utilizza per scaricare l'onere della decisione da Venezia a Roma...) sia citata la frase da lui riportata "nel frattempo tra gli invasi di laminazione previsti una posizione di priorità va riservata alle casse di espansione nelle Grave di Ciano con un volume di accumulo, dell'ordine di 35-40 milioni di m cubi"... questa frase nell'OPCM non è assolutamente presente, bensì la troviamo nel Piano delle Azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico approvato a Venezia il 30 marzo 2011 a firma del Governatore Zaia”.

Ma il presidente del Comitato fa anche altre considerazioni sulla documentazione menzionata dall’assessore: “La cosa più scandalosa è che nella citazione della famosa frase virgolettata di cui sopra ci si dimentica di dire che dopo la parola Ciano, in piccolo c'è il numerino 13, che sta per nota 13 che esplicita: cfr paragrafi 3.3.4 e 3.4.1.1 del Piano Stralcio per la Sicurezza idraulica del medio e basso corso del Piave, dove si indica espressamente che la soluzione più idonea è per l'appunto Ponte di Piave e non Ciano”.

Il presidente Nicoletti entra quindi nel merito dei contenuti dei vari documenti: “Oltretutto uno dei parametri utilizzati per individuare e classificare i vari siti era l'aspetto economico e Ciano occupava la seconda posizione perché si attribuiva un ricavo dalla ghiaia pari a 33,6 MLN di euro risultante così più conveniente economicamente rispetto a Ponte di Piave dove non serve scavare. Quindi ora, a maggior ragione, Ponte di Piave dovrebbe essere la prima scelta”.

Tra le questioni che ancor non hanno una risposta vi è anche la circostanza che le grave di Ciano sono state classificate dell’Unione Europea come un luogo di altissimo valore naturalistico, da preservare quindi per non perdere un patrimonio unico: “Se aggiungiamo che le Grave di Ciano sono Rete Natura 2000 mentre Ponte di Piave non lo è, per la Direttiva Europea Habitat (che, guarda caso, misteriosamente nel Piano Stralcio non viene messa tra le Direttive di cui tener conto) il Sito di Ciano può essere utilizzato se non ci sono soluzioni alternative, in questo caso Ponte di Piave risulta essere addirittura la miglior scelta – il presidente quindi conclude -. Chiedo, in nome della trasparenza, di produrre l'atto, o il documento, o lo studio di fattibilità, o il Piano Stralcio... in cui siano indicate le motivazioni tecniche, ambientali, economiche per cui la scelta del sito più idoneo sia passata da Ponte di Piave alle Grave di Ciano”.

"Come Comitato ribadiamo la nostra posizione: chiediamo che l’Autorità di Bacino competente faccia uno Studio di riqualificazione di tutto il Bacino Idrografico del Piave individuando gli adeguati interventi secondo le ultime Direttive Europee evitando al massimo ulteriori opere di cementificazione indipendentemente dal sito individuato. Nonostante le minacciose dichiarazioni dell’Ass. Bottacin …”ricordo a tutti che chi ostacola un intervento che i tecnici hanno definito il più efficace, se ne assume le responsabilità in tutte le sedi”… noi siamo pronti ad un confronto e ad un dialogo costruttivo e trasparente con gli organi competenti qualora vogliano invitarci attorno ad un tavolo, mettendoci a disposizione tutta la documentazione esistente al riguardo. Cosa che hanno evitato di fare all’incontro di Venezia con i Prefetti, Regione; Autorità di Bacino e Sindaci".

"Alleghiamo alla presente copia dei documenti da noi citati per comprovare che non ci limitiamo a fare proclami, come qualcuno ma argomentiamo in maniera sostanziale le nostre affermazioni!".

 


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