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29 marzo 2024

Riduci, Riusa, Ricicla

Categoria: Altro - Tags: ricicla, riduci, riussa

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Alberta Bellussi | commenti | (15)

Riciclare il 70% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi entro il 2030, stop alla discarica per i materiali riciclabili per il 2025 e riduzione del 30% dei rifiuti alimentari: questi gli obiettivi chiave delle nuove norme proposte recentemente dalla Commissione europea, che alzano il livello di ambizione rispetto all’obiettivo precedente del 50% di riciclo dei rifiuti urbani, fissato al 2020. La nuova strategia sulla gestione dei rifiuti proposta da Bruxelles dovrebbe creare circa 600 mila nuovi posti di lavoro e rendere l’Unione dei 28 più competitiva ma soprattutto rendere l’Europa meno dipendete dagli altri continenti per l’approvvigionamento di materie prime che sono sempre più costose e in via di esaurimento. Il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik sostiene che l’unica via perché l’Europa sia competitiva sul mercato globale è sfruttando al massimo le risorse di cui essa dispone e questo significa riciclarle in modo produttivo, non seppellirle nelle discariche le materie come rifiuti. Il passaggio ad un’economia circolare, cioe’ all’insegna del riuso e del riciclo, secondo Potocnik é possibile, proficuo e forse l’unica via possibile ma non può avvenire senza le giuste e rigide indicazioni della politica. Come conseguenza a questa nuova visione dell’approvvigionamento delle materie prime vi è un’enorme accelerata su nuovi obiettivi di riciclo, che nel caso degli imballaggi variano a seconda dei materiali: il 90% per carta e cartone entro il 2025 e il 60% per la plastica, l’80% per il legno, il 90% per i metalli ferrosi, alluminio e vetro entro la fine del 2030. Nessuno di questi rifiuti riciclabili dovranno finire in discarica entro il 2025, con la possibilità di restrizioni per altre materie.

Le nuove indicazioni date dall’Unione Europea sono in linea con il principio delle 3 R (Riduci, Riusa, Ricicla) diventato il cardine dello sviluppo sostenibile: il 3R Action Plan fu adottato in occasione del G8 di Kobe del 2011 dove vennero indicate le modalità del modello di sviluppo sostenibile e vennero monitorati i progressi compiuti in materia di risorse produttive. Pertanto, a tre anni di distanza, l’OECD tira le somme dei risultati ottenuti sulla base delle politiche intraprese per aumentare la produttività delle risorse ed il quadro che emerge non è confortante. Anche perchè, a fronte di una crescita globale dei consumi di materie prime, le previsioni parlano di raddoppio dell'economia globale e di aumento di un terzo della popolazione mondiale entro il 2030. Diventa così ineludibile promuovere la green economy e puntare sulla più efficiente e compatibile distribuzione delle risorse. Con il rapporto OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulla produttività delle risorse nei Paesi G8 viene delineato un nuovo modello di sviluppo, che intende creare più valore impiegando meno risorse; ciò con il dichiarato intento di non compromettere i bisogni delle future generazioni. Il rapporto individua alcuni elementi dei quali deve tener conto il programma di sviluppo sostenibile; questi dovranno essere interpretati tenendo presente il principio delle 3 R ossia riduzione, riuso e riciclo. Lo sforzo dei Paesi OECD per lo sviluppo di una strategia di “crescita verde” si è manifestato con l’adozione di progetti ambientali e di strategie di sviluppo sostenibile. Ad esempio, si è investito molto nella ricerca e nell'innovazione, utilizzando tecniche avanzate di incremento dell’efficienza energetica, promuovendo l’eco design e la coerente sostituzione di materiali naturali, nonché di adeguati sistemi di riuso.

Il disancoramento tra il consumo delle risorse e lo sviluppo economico non può però essere considerato la panacea per risolvere tutti i problemi ambientali, in quanto è richiesta una più attenta analisi del fenomeno. Spesso migliorando la produttività delle risorse, cioè riducendo la quantità di risorse impiegate per unità di prodotto grazie all'innovazione tecnologica, si assume di ridurre parallelamente anche l’impatto ambientale e di evitare così la scarsità delle risorse stesse. Il dato più allarmante riportato nel rapporto riferisce che la produzione globale annua di rifiuti si attesta sui 12 bilioni di tonnellate. Di queste metà è prodotta dai Paesi G8 ed 1/3 da quelli OECD. Ciò significa che annualmente circa 1/5 del materiale estratto finisce in rifiuti, mentre il resto è emesso in atmosfera (attraverso la combustione di combustibili fossili) o si aggiunge allo stock di materiali sotto forma di infrastrutture, investimenti e beni di consumo.

 

ALCUNI DATI



L'Italia è di poco sotto la media Ue per quanto riguarda la percentuale di rifiuti municipali che sono avviati al riciclaggio e, nel caso di materiali organici, al compostaggio, ma resta ancora molto alto nella Penisola il ricorso alle discariche, che rappresentano la modalità di trattamento più obsoleta e insostenibile e meno eco-compatibile. E' quanto emerge dai dati del 2012 pubblicati da Eurostat, l'Ufficio statistico dell'Ue. Secondo i dati, dal 1995 al 2012 c'è stato un aumento significativo, dal 18 al 42 per cento, della quota di rifiuti municipali che vengono riciclati o compostati nell'Ue.

L'Italia produce 529 Kg per persona di rifiuti municipali all'anno, ben sopra la media Ue di 492 Kg, e meno che la Germania (611) e la Francia (534), ma più della Gran Bretagna (472) e della Spagna (464). Il paese Ue che produce più rifiuti per persona è la Danimarca (668 Kg all'anno), seguita da Cipro (663), Lussemburgo (662) e Germania. Lo Stato membro che ne produce di meno è la Lettonia (301), ma quasi tutti i paesi dell'Est (con l'eccezione di Ungheria, Bulgaria e Lituania) sono sotto i 400 Kg per persona. Nel riciclaggio (compreso il compostaggio) l'Italia è di pochi punti percentuali sotto la media Ue (38% contro 42%). I paesi che hanno il tasso maggiore di riciclaggio sono la Germania (65%), l'Austria (62), il Belgio (57) e l'Olanda (50). Tra i grandi paesi, ben più efficiente dell'Italia, in questo caso, è anche la Gran Bretagna (46%) mentre la Francia è quasi allo stesso livello (39%) e la Spagna resta ancora indietro con appena il 27%. Le peggiori performance sono quelle della Romania (1%), seguita da Malta e Slovacchia (13) e poi da Croazia e Lettonia (16) e Irlanda (16).


Considerando a parte il solo compostaggio, l'Italia resta ancora sotto la media Ue (24% rispetto al 27 dell'Ue), meglio della Spagna (10%) ma peggio degli altri grandi paesi: Germania e Gran Bretagna (18%), e Francia (16). Lo Stato membro con il record della percentuale di compostaggio è l'Austria (34%), seguita da Olanda (26%), Belgio (21%) e Lussemburgo (19%). I paesi che ricorrono meno al compostaggio sono la Romania (0%), Grecia, Lettonia e Lituania (2%), Bulgaria e Repubblica ceca (3%).

C'è poi il punto dolente delle discariche: vi finisce ancora il 41% dei rifiuti municipali prodotti in Italia, contro una media Ue del 34%. Fra i grandi paesi, la Germania (0%) è un esempio di virtù, avendo virtualmente eliminato le discariche, mentre la Francia è al 28%, la Gran Bretagna, con il 37%, si avvicina all'Italia, che comunque va molto meglio della Spagna (63%). I paesi peggiori sono nell'ordine la Romania (99%), Croazia (85%) Malta (87%), Lettonia (84), Lituania (79), Slovacchia (77), Bulgaria (73%). I paesi con le migliori performance, dietro la Germania, sono il Belgio e la Svezia (1%), l'Olanda (2%), e poi Austria e Danimarca con il 3%. Negli incineratori finisce il 20% dei rifiuti italiani, contro il 24% della media Ue. Fra i grandi paesi, l'incenerimento è usato di più in Germania (35%) e Francia (33%), e di meno in Gran Bretagna (17%) e in Spagna (10%). I paesi che ricorrono di più a questo metodo (il peggiore dopo le discariche) sono la Danimarca e la Svezia (52%), l'Olanda (49), il Belgio (42) e il Lussemburgo (36). L'Austria è allo stesso livello (35%) della Germania. Sette Stati membri non hanno inceneritori: Bulgaria, Grecia, Croazia, Cipro, Lettonia, Malta e Romania. In Lituania e Polonia l'incenerimento riguarda solo l'1% dei rifiuti municipali.

Quindi riutilizzare e riciclare sono azioni entrate nella nostra quotidianità senza incontrare grandi difficoltà o resistenze. Ma per avere davvero uno stile di vita virtuoso in senso ambientale è necessaria una terza “R”, quella del ridurre. La strada per ridurre la produzione dei rifiuti rappresenta una sfida di non facile soluzione, eppure, proprio questa terza “R” è la chiave per immaginare un futuro diverso. Analizzando la situazione relativa al nostro Paese (fonte ISTAT), la correlazione tra PIL e rifiuti dimostra la stretta connessione tra economia e produzione di rifiuto. In pratica si cade nel paradosso: per assicurare a tutti un lavoro bisogna produrre beni che diventino rifiuti il prima possibile, in modo che il ciclo economico sia subito pronto per ricominciare. Proprio questa stretta dipendenza tra l’andamento dell’economia e la produzione di rifiuto è ciò che rende la riduzione del rifiuto stesso un problema di non facile soluzione. In altre parole: per ridurre la produzione di rifiuti, bisogna evitare di produrre beni. Ma la dipendenza della produzione di rifiuto dall’economia non si limita a questo: a valle del sistema virtuoso di raccolta e riciclo vive un mercato regolato dalle stesse leggi economiche che portano alla sovra-produzione di beni destinati a diventare molto presto rifiuti. In pratica, un bene prodotto con materiali di riciclo entra in competizione con lo stesso bene prodotto con materie prime vergini, che finisce per costare di meno, avere una qualità differente e uno spettro di utilizzi maggiore. Quindi, la domanda è: a cosa serve mettere in piedi un meccanismo virtuoso ed economicamente importante come la raccolta differenziata, se poi non si valorizza la risorsa recuperata? Su questo tema ha riflettuto anche la Comunità Europea, che ha introdotto nelle normative l’unico parametro in grado di giudicare un rifiuto senza passare da una valutazione economica: l’analisi del ciclo di vita del rifiuto (Life Cycle Assesment). L’LCA mostra non solo che la raccolta differenziata è una prassi virtuosa, ma anche che la spesa affrontata per mettere in piedi questo genere di meccanismi virtuosi “fa bene” al Pianeta. Per riuscire davvero a ridurre la produzione di rifiuti è necessario uscire da valutazioni di carattere economico intese in senso tradizionale e intraprendere una strada in cui la vera economia sia quella tesa ad avere un impatto minimo sulle risorse del Pianeta, evitando lo spreco di materie prime e riducendo la produzione di beni, quindi di rifiuti.



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Nota interessante che mette in evidenza che l' obiettivo prioritario, nel quadro di una concezione di rifiuti bene comune, e' la riduzione di questi.

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Eccellente lavoro, Sig.ra Bellussi, niente da dire, ma noi "uomini della strada" che ci scontriamo ogni giorno con la Signora Maria che compra ancora lo stick di colla in offerta dal discount che ha un'altezza reale di 8 cm. e un imballaggio di 60, come facciamo a farle capire che bisogna usare le "3 R"?

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Principi condivisibili ma che, visto che il mondo è "paese", dovrebbero essere applicati con pari fervore in ogni dove. Certo, dare l'esempio è sempre 'na bella cosa...
Si tratta poi di capire quale è, effettivamente, il tasso di ecologismo sostenibile dalla intera popolazione.

Marginalmente sarebbe poi sfizioso conoscere se gli ecofondamentalisti, nella loro quotidianità, sono già realmente ed inflessibilmente ligi ai principi che propugnano. Tipo: i calzini li rammendano o li buttano quando c'è un buchetto sul pollicione?

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Consigli pratici da un sito che tratta di questi temi.



Le 3R dei RIFIUTI: Ridurre – Riutilizzare – Riciclare




Gli imballaggi costituiscono il 50-60% del volume ed il 30-40% del peso nel totale dei rifiuti. L’80% dei rifiuti da imballaggio è costituito da vetro, plastica e cartone. Ogni italiano, in media, produce annualmente in ambito domestico circa 34 kg di rifiuti da imballaggio, quantità che raddoppia se si considerano i consumi anche in ambito extra-domestico.
QUINDI RIDURRE acquistandone di meno e riducendo i volumi da smaltire in discarica.

COME RIDURRE I RIFIUTI
##Scegli alimenti freschi e sfusi (frutta, verdura, carne, formaggi) invece di quelli confezionati, se possibile acquistandoli direttamente dai produttori agricoli o al mercato.
##Non acquistare i prodotti usa-e-getta come bicchieri e piatti, a meno che non siano fatti di materiale biodegradabile.
##Acquista prodotti in confezioni riciclabili o riciclate che abbbiano confezioni poco voluminose e scegli prodotti salva-spazio e ricariche per detersivi ecc.
##Scegli “confezioni famiglia”; se necessario esegui una surgelazione domestica dei prodotti. Potrai anche risparmiare molto!
##Scegli prodotti “concentrati” che hanno imballaggi più piccoli e costo minore.
##Acquista bevande e detersivi dai distributori “alla spina” e vino e olio direttamente dal produttore, così potrai riutilizzare le bottiglie evitando di produrre rifiuti.
##Se puoi, utilizza prodotti col “vuoto a rendere” e il tipo di confezione riutilizzabile e con minore impatto ambientale (una bottiglia è meglio di una lattina o di un tetrapak).
##Bevi acqua dal rubinetto invece di acquistare acqua minerale, evitando di dover buttare le bottiglie di plastica. Per approfondire leggi BOTTIGLIE-di-PLASTICA.pdf
##Usa batterie ricaricabili e scegli apparecchi alimentati sia a batteria sia a rete (le “pile” sono tra gli oggetti maggiormente inquinanti).
##Utilizza borse per la spesa di tela o fatte con materiali biodegradabili.
##Scegli prodotti durevoli, riparabili e intercambiabili.

COME RIUTILIZZARE I RIFIUTI

Il riutilizzo è una pratica fondamentale che consente di conseguire una notevole riduzione della quantità di rifiuti prodotti. Spesso si butta un oggetto non appena lo si ritiene non più utilizzabile, oppure superfluo: considerare la possibilità di vendere o donare.
Possiamo aggiungere una quarta R : RIPARARE!!
Prima di gettare un prodotto, è bene verificare la possibilità di aggiustarlo o di servirsi dello stesso prodotto, anche in modo diverso rispetto alla sua originaria funzione, prolungandone la “vita” e l’utilità.

COME RICICLARE I RIFIUTI

I materiali di cui sono costituiti i vari rifiuti possono essere recuperati per dare vita a nuovi prodotti di consumo riciclati, evitando di sprecare ulteriori risorse naturali per realizzarne di nuovi e riducendo la quantità complessiva di rifiuti destinati alle discariche.
Perchè sia possibile riciclare e recuperare i rifiuti è necessario, innanzitutto, attuare la raccolta differenziata, cioè selezionare, già a partire dalle abitazioni o dalle industrie, le componenti recuperabili: umido, carta,vetro, plastica e alluminio.

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Ottimi consigli e spunti per chi, come me, si deve confrontare quotidianamente diverse provenienze, culturali e geografiche.

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Andrea Fattorel, dalla teoria alla pratica non e' facile. Comunque anche i consigli vanno presi con granus sali. Per esempio, bere dal rubinetto non sempre e' possibile.

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Giusto per non conferire in discarica anche la nostra nobile lingua-madre farei notare al Sig francescocecchini, con tutta l'umiltà del caso, che la dizione corretta sarebbe: CUM GRANO SALIS.

Ave atque vale.

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Bastanzetti, so già che è un troll, ma anche un buon correttore di bozze. Continui.

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Correttore de "bozze de vin!"

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La mia assunzione di alcol (vedi bozze & bozzon) si attesta da sempre su quantitativi “omeopatici” ma un diffamatore professionista e noto sabotatore di Oggitreviso, come il Sig. Scorretto, beandosi del suo squallido anonimato, non può che eccellere in falsità. Al Sig. francescocecchini faccio invece i miei auguri per le sue prossime pendenze giudiziarie da imputato per diffamazione ( ed a legger sopra pare che il vizietto gli sia connaturale).

Tornando all’oggetto vorrei far notare la posizione dei Krùk Campioni del Mondo, definiti Paese virtuoso perché non ha discariche. Peccato però che, secondo quanto sopra è scritto, la Germania abbia il record della produzione pro-capite di rifiuti e che il 35% di tal record finisca incenerito.
Dunque…visto che cotali esempi vengon definiti “virtuosi” perché gli ecologisti nostrani, (compresa l’articolista?) non vogliono gli inceneritori?

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Correttore di bozze non e' diffamazione, sono interventi che apprezzo. Sicuramente non e' uno che fa editing, ma ognuno ha i propri talenti. Che Bastanzetti sia un troll e' un' opinione condivisa da bloggers e commentatori. inoltre non e' un' offesa. Il tema, generale non specifico di Bastanzetti., meriterebbe una nota. Non ho invece nessuna prova che Bastanzetti sia un alcolizzato come sembra affermare Politicamente Scorretto. Dubito. Lo ringrazio invece di darmi l' opportunità di chiarire la mia vicenda politica, prima che giudiziaria, con Puppato.

Per quanto riguarda gli inceneritori, non solo la Germania ne fa uso, ma anche altri paesi del nord Europa utilizzano inceneritori.

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Grazie dei vostri commenti sempre molto stimolanti. Signor Andrea questi sono dati che possono essere indurci a riflettere. Tutti alla fine facciamo i conti con la differenziata nella quotidianità. Devo dire che quando ero assessore all ambiente ho seguito il passaggio del CIT alla differenziata ed è stato un percorso interessante e stimolante. È stata una scelta vincente perché siamo la provincia d Italia con la percentuale di differenziata più alta e il nostro CIT è un eccellenza.

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Vi sono dei problemi pratici nella raccolta differenziats dei rifiuti. Io ho sotto gli occhi Contarins S.p.A. Il cui operato presenta delle contraddizioni.

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Gentile Alberta Bellussi, il tema non ha niente a che fare con l'ambiente, anche se senatrice Puppato si crede madre dell' ecologia. Ma e' Bastanzetti, un puppattiano duro e puro, che in continuazione accenna alla mia vicenda politico giudiziaria con senatrice Puppato. Io colgo l'occasione per chiarire.
Grazie per l'ospitalità.

SENATRICE PUPPATO E L’ ART. 21 DELLA COSTITUZIONE.
Art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Quando nel marzo del 2013, Laura Puppato lo accusò di essere un piccolo ducetto , Flavio Zanonato, ora deputato al parlamento europeo affermò:
“ Mi sembra giusto che la gente sappia che la Puppato non accetta le critiche e che non è affatto quella che sembra in televisione.”
Sono stato denunciato da Puppato per averla diffamata con calunnie, il processo inizierà il 17 ottobre prossimo.
La mia non è diffamazione personale, ma critica a comportamenti politici della senatrice Puppato, diffusa con i mezzi a disposizione di un cittadino. giornali online, social network, emails etc.,etc.. Ho aumentato la diffusione dopo che Puppato mi ha inviato a casa due volte il comandante dei carabinieri di Montebelluna, Arcidiacono per farmi cambiare idea e dopo la denuncia.
Le mie critiche alla senatrice Puppato riguardano principalmente i seguenti punti:
• La strumentalizzazione partitica dell’evento del Cansiglio il 9 settembre 2012. Puppato si presentò come oratrice unica e capogruppo del PD in Consiglio regionale Veneto. Fatto grave che ruppe l’unità delle forze antifasciste. Allego la mia lettera aperta dell’ anno scorso a Carlo Smuraglia e la sua risposta.
• La sua performance come sindaco di Montebelluna. Tra l’altro fu denunciata al TAR dal WWF locale.
• Quando nel luglio del 2011 il Consiglio Regionale Veneto si è pronunciato a favore della riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, Puppato capogruppo del PD non si è opposta come hanno fatto altri, per esempio Bertolissi eletto nella stessa lista, ma si è astenuta, facendo passare questo come una critica / atto di accusa alla politica veneta.
• La legge 27/12 che permette al Movimento per la vita di entrare negli ospedali ottenne il voto favorevole da Puppato allora capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Veneto ( La commissione Sanità del Consiglio regionale poco tempo fa ha respinto il testo che autorizzava l' ingresso negli ospedali ad associazioni che si occupano di etica e salute. Il Movimento per la vita, innanzitutto. Così torna in giunta il regolamento della legge 27 approvata 2 anni fa. Una grande vittoria delle donne, una sconfitta per Puppato ).
• L’ aver votato in Senato l’abolizione dell’art. 138 della Costituzione, dopo aver partecipato alcuni giorni prima, il 12 ottobre 2013 a Roma ad una manifestazione a sostegno carta costituzionale.
• Il cambiare troppo spesso posizione. Puppattiana durante le primarie del PD del 2012 per ottenere la segreteria del partito e la presidenza del consiglio. Poi, via via, bersaniana, amica dei grillini,civatiana ed ora renziana.
• L’ aver abbandonato per ben due volte il territorio dove era stata eletta, prima di terminare il suo mandato. Prima Montebelluna dove era sindaco,per diventare consigliere regionale veneta, poi il Veneto per diventare senatrice.

Francesco Cecchini 21.06.2014





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In un commento postato questa mattina sul blog di Francesca Salvador, Michele Bastanzetti accusa alcuni commentatori ed anche la blogger, probabilmente, di essere fiancheggiatori di chi sgozza esseri umani, del terrorismo islamico. E' un' affermazione priva di fondamento, ma grave e pericolosa.


Michele Bastanzetti
03/09/2014 - 7:19
LA BARBARIE TRA DI NOI
I fondamentalisti dell’Isis hanno sgozzato un altro giornalista. Pura,spregevole barbarie. E ciò che lascia vieppiù attoniti è che persino tra di noi, persino in questo blog ci sia gente che fiancheggia questa barbarie.

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