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20 aprile 2024

Calcio

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COMPAGNONI, SERENA, COLBERTALDO E PILLON PER "UN CALCIO ALL'AMORE"

Il libro verrà presentato l’11 maggio a Caerano San Marco

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COMPAGNONI, SERENA, COLBERTALDO E PILLON PER

CAERANO - Il libro “Un calcio all’amore” di Luca Pinzi (nella foto, prefazione di Paolo Crepet, postfazione di Maurizio Crema) si è trasformato in un progetto socio sportivo con l’attenzione rivolta alla tutela dei giovani atleti. Il libro, infatti, è stato il motore per la creazione di un pacchetto di intervento, rivolto alle società sportive, organizzato dall’associazione “Il Delfino” di Montebelluna. Pacchetto che ha visto subito aderire il Credito Trevigiano, BCC che finanzierà circa il 50 % dei costi che le società sportive aderenti dovranno sostenere per dotarsi, per un periodo ben definito, di uno psicologo dello sport. I proventi del libro, il contributo delle società e il finanziamento del Credito Trevigiano hanno fatto nascere il pacchetto “Sport aiutami a crescere e non solo a vincere”.

“Non avrei mai pensato di raccogliere così tanta attenzione dopo le prime presentazioni di Un calcio all’amore – sottolinea l’autore Luca Pinzi – Ora questa novità mi ripaga di tutto. Aver generato un progetto innovativo e dedicato alle famiglie non può che darmi un’enorme soddisfazione. Devo dire che il tema del racconto, ovvero delle dinamiche che si sviluppano nelle squadre sportive tra ragazzi e adulti, intesi come allenatori e genitori, apre tantissimi risvolti che poche volte tengono conto dei veri desideri dei più piccoli.

Nel mio racconto Paolo vuole solo giocare a calcio, anche per solo pochi minuti. Ma un bel giorno si scontra con l’ego dell’allenatore che a sua volta era andato in corto circuito con il padre del giovane calciatore. Da tutto questo scaturisce un corto circuito la cui scossa va a colpire proprio il più debole, il ragazzino. Quello che voleva solo giocare. E’ una storia che parla di dolore, empatia, rinascita e grande volontà. Ringrazio fin d’ora gli eccezionali campioni dello sport e della vita che parteciperanno alle prossime presentazioni del racconto. Grazie di cuore”.

“Un Calcio all’amore” verrà presentato a Caerano San Marco il prossimo 11 maggio 2012, alle ore 20,30, presso la sala cinema adiacente alla Chiesa in piazza della Repubblica 5. Saranno presenti per discutere il tema del libro: la campionessa dello sci e ambasciatore Unicef, Deborah Compagnoni, il campione di nuoto, Federico Colbertaldo, il campione di calcio e commentatore televisivo, Aldo Serena, l’allenatore di serie A Bepi Pillon, il presidente dell’associazione Il Delfino, Carmelo Cutrufo e il docente in scienze motorie dell’Università di Verona, prof. Valter Durigon. La serata è promossa in collaborazione con “Libreria Zanetti” di Montebeluna, Cantina sociale Montelliana e dei colli asolani e la cooperativa agricola Montelliana (Il Campo).

Tratto dalla prefazione a “Un calcio all’amore” a cura di Paolo Crepet
Spesso le persone non più giovani della mia generazione iniziano i discorsi che riguardano i loro figli con “ai miei tempi…”. Vorrei evitare di farlo in questa sede, anche se il confronto tra ciò che viveva un ragazzo degli anni ’60 e uno di oggi è davvero enorme. Non voglio pensare che sia solo in negativo. La storia di Paolo è illuminante e paradigmatica per molti aspetti. Cerco di prenderne in esame alcuni, per me importanti. Il primo riguarda il mondo dello sport. Affermare che è cambiato in peggio è ovvio e scontato. Qui le responsabilità sono di tanti.

Delle società che cercano visibilità sfruttando i più giovani, delle dirigenze che vedono nel calcio (e non solo, come accade anche con il ciclismo e il basket) una possibilità per farsi notare e far carriera politica e sociale (nessun presidente di società calcistica lo fa per amore del pallone), delle famiglie dei ragazzi che intravedono nell’attività agonistica dei loro figli l’opportunità per un riscatto personale (il vanto del padre di un figlio campioncino). Tutto ciò ha completamente snaturato il senso e il significato dell’attività sportiva che non dovrebbe essere finalizzata all’agonismo e alla competizione ma alla crescita e alla maturazione del giovane sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico e morale. Oggi sembra che tutto si sia rovesciato e sia diventato per tanti, troppi, più importante vincere che essere bravi…

Il calcio come qualsiasi altro mondo funziona solo se c’è merito, non capacità a competere. Invece si insegna aggressività, competizione cieca e dopo, soltanto dopo, viene presa in considerazione la classe. Invece il merito è sempre il punto cardinale per orientare la vita di ognuno di noi…La storia di Paolo non deve rimanere senza commenti: serve soprattutto ai ragazzi come lui perché possano imparare ad affrontare la vita –sventure e frustrazioni comprese- per uscirne a testa alta, proprio come lui, con la gioia e la passione di sempre e sapere che nulla è scontato e nulla è raggiungibile senza merito e capacità. Lo sport, alla fine, è importante ma non è mai tutto, il resto lo si deve e può fare comunque. Paolo Crepet


Tratto dalla postfazione del giornalista Maurizio Crema

Un passaggio decisivo, la porta aperta verso il futuro e lo scoglio di un conflitto vecchio quanto il mondo. Il racconto "Un calcio all’Amore" entra nel vivo di un’esperienza, quella di un ragazzo tradito nella sua passione - il calcio - e di un confronto che è decisivo per qualsiasi adolescente: quello con i genitori.

Figlio contro padre, un classico alla Freud, ma non c’è solo uccidi quel te stesso che ti ha dato la vita nel cuore di questa storia veloce e arrembante come una corsa sull’ala sinistra prima di un cross verso il gol, il successo, che non è vincere ma conquistare uno spazio nella vita e nella società.

Questa la lezione dimenticata da questo allenatore di una squadra giovanile che di punto in bianco si erge a giudice e vendicatore di torti - la raccomandazione, vecchio peccato all’italiana - per non far altro che rivendicare un altro primato: il suo. Qui si racconta di come l’ambiguità di una mossa in fin dei conti giusta - non accetto pressioni da chi fa lo sponsor, sono io a decidere - diventi una vigliaccata, un tradimento, quando al ragazzo (Paolo) viene ventilata una presenza in squadra che non ci sarà. Anzi, la vendetta del nostro coach di periferia sarà ancora più gelida: mettere il figlio contro il padre, "è colpa sua se non ti faccio giocare".

 

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