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25 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Il comune di Farra di Soligo deve pagare oltre 9 milioni entro tre mesi

Il Comune ora ha tempo 90 giorni dal deposito delle sentenze per versare la somma, pena la nomina di un commissario ad acta

| Claudia Borsoi |

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Il comune di Farra di Soligo deve pagare oltre 9 milioni entro tre mesi

Il sindaco Giuseppe Nardi

 

FARRA DI SOLIGO – Il Comune di Farra di Soligo, entro 90 giorni, dovrà versare gli indennizzi milionari agli espropriati dei Pip di Soligo e di Col San Martino. Se non lo farà, verrà commissariato. Pubblicate ieri, mercoledì, le tre sentenze dei giudici del Tar del Veneto sui ricorsi per inottemperanza mossi dagli espropriati, difesi dall’avvocato Primo Michielan, contro il Comune di Farra di Soligo che, stando alle sentenze della Corte d’Appello di Venezia del 2013 e 2014 deve, somme confermate ad inizio 2017 dalla Cassazione, oltre 9 milioni di euro.

 

La vicenda si trascina da 20 anni. Era il 1999 quando il Comune dava avvio agli espropri delle aree in cui poi sono poi sorti i siti produttivi di Col San Martino e di Soligo. Terreni pagati pochi euro al metro quadro ma che, stando all’esito delle vicende giudiziarie alla luce anche della normativa sulle indennità di esproprio del 2007, valevano dieci volte tanto.

 

Il Comune ora ha tempo 90 giorni dal deposito delle sentenze per versare la somma, pena la nomina di un commissario ad acta che darà seguito alle indicazioni dei giudici entro 180 giorni anche siglando mutui o prestiti. Il Comune è stato condannato dal Tar anche al pagamento delle spese di lite e le sentenze sono state trasmesse alla Procura Regionale della Corte dei Conti.

 

«Pur essendo i privati soddisfatti dal conseguito giusto indennizzo espropriativo, in attuazione dei principi fondamentali dettati dalla Corte di Giustizia Europea e dalla Corte Costituzionale di “serio ristoro”, come recepiti soltanto nel 2007 nella corrispondente legge statale finanziaria, resta una grande amarezza per aver conseguito la tutela della loro proprietà, da cui traevano sostentamento familiare, soltanto dopo un ventennio di complessi giudizi per opposizione ed inadempimento dell’Amministrazione Comunale» afferma l’avvocato Primo Michielan. Contro le tre sentenze il Comune può anche ricorrere.

 

«In sede di appello – afferma l’avvocato Michielan – la loro domanda di sospensione non verrebbe accolta perché è difficile dimostrare l’impossibilità di accendere mutui per dare seguito alla sentenza. Senza contare che il Comune ha in disponibilità le quote Asco Holding per le quali percepisce annualmente delle somme che avrebbero potuto, se già accantonate dal 2007, coprire l’intero debito».

 

La notizia ieri ha scosso Farra di Soligo, Comune che a maggio andrà al voto. Il nuovo sindaco rischia di rimanere in carica meno di un mese. Rimane inoltre sempre pignorato, da dicembre, il conto del Comune, sempre alla luce della vicenda dei Pip.

 



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Claudia Borsoi

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