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28 marzo 2024

Montebelluna

I Comuni fanno rete contro la violenza sulle donne

Tre momenti di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza

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I Comuni fanno rete contro la violenza sulle donne

MONTEBELLUNA - In occasione del 25 novembre ““Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro alle donne”, il Tavolo Rosa del montebellunese (comprendente i comuni di Montebelluna, Caerano di San Marco, Giavera del M.llo, Nervesa della Battaglia, Trevignano, Valdobbiadene  e Volpago del M.llo) vuole fare sentire il proprio NO attraverso 3 momenti di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza sul tema della violenza di genere.

Primo tra tutti, giovedì 24 novembre 2016: visione ad ingresso libero del nuovo film in uscita di Ivano di Matteo con Valeria Golino e Margherita Buy “Una vita possibile”, presso il Cinema Italia Eden di Montebelluna.

 

Poi seguiranno:

  • Venerdì 25 novembre 2016: proiezione ad ingresso libero del documentario di Francesca Rosati Freeman e Pio d’Emilia “Nu Guo. Nel Nome della Madre”, presso l’Auditorium P.zza E. Bottani di Volpago del Montello;
  • Domenica 27 novembre 2016: “Sono pronta! Ogni donna ha diritto alla propria vita!” spettacolo teatrale ad ingresso libero presentato da Tea Righi Project.

Quello del Tavolo Rosa è un lavoro importante e significativo che impegna i Servizi Sociali dell'area montebellunese nel sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche delle pari opportunità e della prevenzione della violenza contro le donne. Tra le varie iniziative del Tavolo Rosa rientrano laboratori di sensibilizzazione, incontri di informazione, eventi teatrali ed i convegni di restituzione dei risultati del progetto e lo Sportello donna (attivo il martedì dalle 9.00 alle 12.00 sportellodonnamontebelluna@gmail.com). Lo Sportello Donna offre alle donne una serie di servizi: dall'informazione sui temi del lavoro e dell'imprenditorialità femminile, alle opportunità di formazione professionale fino all'informazione legata alla condizione femminile e alle problematiche familiari. Un’azione che i Servizi sociali in questi anni sono in grado di portare avanti grazie ad una costante ricerca di fondi: dal 2004, infatti, tantissimi sono i finanziamenti regionali assegnati al Comune per progettualità rivolte alle pari opportunità.

 

Una problematica questa che è ormai il fulcro delle attività del Tavolo Rosa degli ultimi anni e che ha creato un terreno fertile per la nascita di due importanti servizi presenti proprio a Montebelluna: 

- il Centro Antiviolenza Antares (progetto in collaborazione tra Azienda Ulss n. 8 e cooperativa “Una casa per l’uomo”): che si occupa di accogliere e sostenere le vittime di violenza; lo sportello di Montebelluna si trova in via Pastro 1/5 – ricevimento mercoledì 9.00-11.00 e venerdì 14.30-16.30);

- lo Sportello Uomini Maltrattanti  “Cambiamento Maschile”: nato dalla collaborazione tra il Comune di Montebelluna e la cooperativa “Una casa per l’uomo”, grazie all’impegno del Consigliere incaricato alle pari opportunità  Antonio Romeo,  che lavora con gli uomini che agiscono violenza e che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento. Per chi desidera avere informazioni sulle attività promosse dallo sportello o fissare un appuntamento può chiamare al numero 345 9528685 il martedì, dalle 18.30 alle 20.30 o il giovedì, dalle 12.00 alle 14.00, o scrivere alla e-mail: cambiamentomaschile@gmail.com

L’iniziativa è partita da un anno e mezzo ed il centro funziona a pieno regime. Il progetto sta diventando punto di riferimento per l’area montebellunese e richiama anche uomini da fuori provincia. La questione sta acquistando attenzione e valore e l’azione sugli uomini diventa strategica per gestire una problematica complessa, che mette in campo dinamiche sentimentali, affettive, sociali e culturali.

 

Spiega il consigliere incaricato alle pari opportunità, Antonio Romeo: “Nonostante questo tipo di iniziative rivolta agli uomini maltrattanti esistano nel Nord America da 40 anni e nel Nord Europa da 30, in Italia sono arrivate da pochi anni e si stanno diffondendo. Ritengo strategico, contemporaneamente, oltre a fare tutto ciò che è possibile a livello sociale, culturale e giuridico per le donne, aiutare questi soggetti a riuscire ad elaborare le loro emozioni e a governare la propria rabbia per comunicare con la propria compagna. Questo non significa escludere il conflitto, ma gestire le discussioni senza violenza. Ciò non toglie che, pur essendo ogni rapporto a sé, il progetto si basa su due capisaldi: la violenza non ha nessuna giustificazione e che ognuno è responsabile delle azioni che fa. Dall’altro lato le donne, per autoproteggersi, devono stimarsi benissimo, avere autonomia economia e, al primo gesto di violenza, iniziare a prendere le distanze dall’uomo maltrattante e a superare la paura, rivolgendosi alle istituzioni o al privato per avere assistenza da persone qualificate e formate nel campo specifico della violenza contro le donne”.

 



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