Con le api la qualità del vino migliora
Confagricoltura Treviso propone un patto tra apicoltori e viticoltori: "Porre gli alveari nei vigneti è un modo per garantire la biodiversità animale e vegetale"
| Isabella Loschi |
TREVISO– Sfalciare lungo i filari, far crescere siepi e boschetti, fare i trattamenti alla sera, contenere l’uso di insetticidi durante la fioritura dell’acacia e del castagno. Confagricoltura Treviso propone un patto tra apicoltori e viticoltori per arrivare a una convivenza ottimale che giovi sia alle api, sia alla viticoltura.
“La sinergia tra viticoltori e apicoltori è fondamentale non solo per la salvaguardia delle api, ma anche per il benessere delle viti e la qualità del vino - spiega Renato Bastasin, direttore di Confagricoltura Treviso - Dagli studi dell’università di Udine è emerso che le api sono amiche della viticoltura. Riescono, infatti, a mitigare gli attacchi di botrite, intervenendo sull’acino rotto e cicatrizzandolo. Non solo. È stato dimostrato come nelle coltivazioni di Prosecco, Merlot, Cabernet e Picolit ci sia stato un aumento dell’allegagione e una minore acinellatura ponendo gli alveari lungo le capezzagne e anche un aumento dei lieviti utili necessari per la fermentazione. Si tratta, quindi, di proporre ai viticoltori alcuni accorgimenti per preservare le api: sfalciare lungo gli interfilari, trattare con assenza di vento e la sera, perché al mattino le api vanno sulle foglie aperte e sui fiori, e non trattare nei giorni immediatamente precedenti l’introduzione degli alveari”.
Un alveare contiene 40.000 api e un avvelenamento può portare, in un solo giorno, alla sparizione di 8-10.000 api. Nel Montello, dove sta per cominciare la fioritura dell’acacia, l’apicoltura ha assunto una grande valenza: “In 15 giorni di fioritura il numero di alveari raggiunge quota 20.000 – sottolinea Bastasin - Ogni alveare è abitato nel massimo sviluppo da circa 50.000 api operaie e produce dai 20 ai 30 chili di miele. La produzione di miele dalle profumate acacie trevigiane può arrivare a quota 500 tonnellate, pari a 3,5 milioni di fatturato. Un valore notevole, che può essere equiparato a quello di 300 ettari di prosecco. Conoscere le api potrebbe aprire notevoli possibilità alle aziende e ai giovani”.
Di questo si parlerà all’incontro il prossimo giovedì 3 alle 17.30 maggio all’incontro “Le api sentinelle ambientali del nostro territorio”, promosso in collaborazione con la Camera di commercio di Treviso e Belluno, nella Cantina montelliana e dei colli asolani di Montebelluna.
All’incontro, aperto a tutti, parteciperanno Claudio Porrini, entomologo dell’università di Bologna, e i vertici di Confagricoltura Treviso. Si spiegherà quali accorgimenti permettono di ridurre le problematiche in agricoltura, con soluzioni tecnologiche a favore dell’ambiente e della sostenibilità. Le api e gli insetti impollinatori sono infatti estremamente importanti per l’agricoltura e, di conseguenza, anche per la sicurezza alimentare e la salubrità dell’ambiente. Dalla loro fondamentale azione traggono vantaggio soprattutto le colture frutticole, sementiere e le ortive. Una diminuzione delle api equivale a una minore garanzia di biodiversità, con la conseguenza dell’impoverimento botanico delle risorse ambientali.
Porre gli alveari nei vigneti, lungo le capezzagne, è un modo per garantire la biodiversità animale e vegetale. Spetterà all’apicoltore occuparsi poi degli alveari, dalla disposizione ai controlli settimanali per rimediare a eventuali problemi. Chiarisce Claudio Porrini: “Garantire il mantenimento delle api nell’ambiente è vitale per la nostra agricoltura. Se le api sparissero, le conseguenze sarebbero terrificanti non solo per le piante e i fiori, ma anche per la vite. Ricordiamoci che il bouquet del vino viene dato dalle erbe, dai frutti e dai fiori: senza l’impollinazione delle api sparirebbe tutto e sarebbe dunque anche la fine delle produzioni tipiche e della qualità”.