CONCERTO PAUSINI: IRREGOLARITA'...NELLA NORMA
Gli organizzatori: "Le contestazioni sono state chiarite con gli organi competenti"
| Emanuela Da Ros |
TREVISO - "Non intendiamo suscitare polemiche, ma fare chiarezza. Su quanto è avvenuto a Treviso in occasione del concerto Pausini. E- per quanto possibile - sulla sicurezza, sui contratti e i salari di chi opera, a vario livello, nel comparto dello spettacolo".
Azalea Promotion, la cooperatica sociale On stage e Assomusica, in un comunicato stampa appena diffuso, precisano che le presunte irregolarità riscontrate nell'allestimento del palco di Laura Pausini sono in realtà riconducibili a "un numero minimo di posizioni da definire che fanno parte della normale casistica di qualunque attività e sicuramente non riguardano posizioni di “lavoro in nero” come riportato dai media." E che "tra l’altro una di queste riguarda addetti incaricati dalla struttura di completare lavorazioni inerenti il Palaverde e non l’allestimento del concerto."
Le tre associazioni sottolinenao che "le contestazioni avvenute in prima battuta, legate a vari problemi di documentazione disponibile, di interpretazione, accesso ai siti informatici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed INAIL e ai colloqui diretti effettuati direttamente nel pomeriggio, sono state chiarite e risolte" e che "il rapporto con le autorità ispettive è stato proficuo e cordiale anche nella logica, reciproca, di interpretare esattamente il mondo dei concerti e le sue articolazioni nell’ambito del lavoro, che era uno degli elementi principali per cui il Ministero ha disposto questa ed altre ispezioni."
"Inoltre - si legge nel comunicato stampa - vorremmo mettere una parola definitiva certificata, sottolineando che la paga per il comparto più basso e generico di chi opera nel mondo dei concerti in Italia è di € 6,50 netti all’ora per i lavoratori, pertanto mediamente al di sopra di altri comparti o altri tipi di contratti, come ad esempio quelli del commercio e della maggior parte delle piccole imprese.
Considerato l’utilizzo del termine “lavoratori irregolari”, specifichiamo che soprattutto nelle prime fasi d’accertamento il termine “lavoratori irregolari”, con tutti i distinguo numerici già riportati in premessa, è da intendersi come non allineati con la norma, ma più che con la norma, in molti casi con la sua interpretazione e non certo il concetto con cui ad esempio, per quanto riguarda l’immigrazione, l’irregolarità è uguale alla clandestinità.
Poniamo infine l’accento, come sopra accennato, su un aspetto che farebbe parte degli obblighi professionali di chi della conoscenza del linguaggio fa il proprio strumento per informare i lettori, precisando che non esistono le assunzioni in nero, perché il cosiddetto “nero”, che riguarda peraltro eventualmente la corresponsione di emolumenti, è esattamente l’antitesi dell’assunzione."