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25 aprile 2024

Castelfranco

Condomini "in stile Jesolo" in centro a Castelfranco, cittadini dicono no

Boldo: "In dieci anni di piano casa l'amministrazione non ha fatto assolutamente nulla per opporsi al fenomeno"

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Alessandro boldo

CASTELFRANCO“Fa davvero notizia il fatto che l’amministrazione si opponga all’edilizia selvaggia, visto che in dieci anni di piano casa non ha fatto assolutamente nulla per opporsi al fenomeno, o quantomeno per mitigarlo”. Ad affermarlo su Facebook l’architetto castellano specializzato in pianificazione ambientale Alessandro Boldo (in foto) riferendosi a quanto accaduto a Castelfranco negli ultimi anni.

“Svegliarsi a poco più di un mese dalla scadenza del piano casa (salvo ulteriori proroghe o norme ad hoc), sa invece di vera e propria beffa per i cittadini che si sono svegliati dal giorno alla mattina con interi quartieri stravolti dalla bulimia del mattone”, incalza.

 

Boldo è tra i sostenitori di una petizione promossa da un gruppo di cittadini contro l’edificazione di “nuovi condomini in stile Jesolo a cui il pubblico cederà un ulteriore beneficio”.

“Un gruppo di cittadini sta promuovendo una raccolta firme indirizzata al Sindaco per invitarlo ad assumere iniziative volte a mitigare gli effetti del piano casa su Castelfranco”, puntualizza Boldo. Si può firmare la petizione alla libreria Ubik dentro al castello, dove sono disponibili anche stampati da far girare.

 

La petizione si intitola “Effetti perversi del Piano Casa a Castelfranco Veneto”. “I cosiddetti Piani-Casa disposti dall’accordo stato-regioni del 01/04/2009, avevano lo scopo di sostenere l’edilizia e l’economia, prevedendo la concessione di premi di superficie o di volume per incentivare la demolizione e ricostruzione o l’ampliamento degli edifici residenziali esistenti – recita il testo della petizione -.   Di carattere anticongiunturale rispetto la crisi sistemica che stava colpendo enormi segmenti del settore delle costruzioni, la legge doveva, per le dichiarazioni politiche del tempo, creare le possibilità per la stanza in più per il figlio. Dopo tre proroghe, aggiustamenti e una proposta di legge per rendere la legge strutturale nell’ordinamento regionale, le “stanze dei figli” assomigliano a Castelfranco, ma non meno in altri comuni del Veneto, a una serie di enormi condomini, e con tutto il rispetto con pochissimo senso estetico. Rispetto quindi alle evidenze che si stanno succedendo nei nostri quartieri residenziali ci sentiamo di comunicare un totale disappunto verso l’inerzia amministrativa incapace di opporsi a questo pessimo strumento regolativo del territorio”.

 

“Accade in tutta Castelfranco, in frazione o in centro quartieri come via Giotto, viale Italia o via Ortigara richiamano gli investitori della rendita – continua -. vicinanza alle scuole, all’ospedale S. Giacomo, la prossimità al centro storico e l’equilibrio tra il ‘costruito e gli spazi aperti’ rendono singole proprietà particolarmente ambite dagli investitori immobiliari. Non basta difendersi con l’ombrello della ‘classe A’ o della presunta riqualificazione, diamo ai fatti il loro vero significato: questa è semplicemente estrazione di rendita e distruzione di intere biografie dei luoghi”.

 


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