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29 marzo 2024

Treviso

I coniugi Calò lasciano la casa ai profughi e vanno a vivere in parrocchia

Una nuova esperienza di accoglienza tra famiglia e chiesa nella parrocchia di Sant'Angelo

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famiglia calò

TREVISO - Antonio Calò e la moglie Nicoletta Ferrara, i coniugi che da oltre due anni hanno accolto nella loro casa di Camalò di Povegliano, sei richiedenti asilo (nella foto), lasciano la loro casa e avviano un nuovo progetto di accoglienza. Questa volta saranno loro ad essere accolti dalla canonica di Santa Maria del Sile e Sant’Angelo, dove andranno a vivere assieme al parroco Don Kirschner, appena terminate le feste natalizie. I profughi con i quattro figli della coppia, invece, al momento rimarranno a Camalò in una sorta di prima prova verso la completa autonomia.

Gli obiettivi spiega Calò, 56 anni professore al liceo Canova, sono da un lato quello di affiancare la figura del parroco, sempre più sola e isolata, senza un rete famigliare su cui contare; dall’altro di incentivare una rete di accoglienza non solo ai richiedenti asilo, ma anche alle persone sole o in difficoltà, ai divorziati, ai ragazzi soli o problematici. Un progetto discusso e condiviso anche con il vescovo Gianfranco Agostino Gardin che punta ad unire i due sacramenti: quello del sacerdozio e quello della famiglia.

 


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