Oderzo – In seno al problema del consorzio dei comuni opitergino mottensi, organo depotenziato dall’uscita di sette sindaci, molte sono le opinioni. C‘è chi come il sindaco di Motta, Paolo Speranzon, da la propria disponibilità a discutere.

Motta, con Meduna, era uscita dal consorzio ancora anni fa. «Ma siamo pronti a discutere – ha detto Speranzon – per capitre i margini di ingresso in un organo che può chiamarsi consorzio o venire indicato anche con un altro nome. Vedremo».

C’è chi come il nuovo presidente, Mario Vendrame, sindaco di San Polo, succeduto al sindaco di Fontanelle D’Amico, sottolinea come il malcontento fosse presente da tempo e che al momento non sarebbe giunto alcun documento da parte di sindaci che vogliono uscire dal consorzio.

In ogni caso, spiega Vendrame, il suo lavoro non è stato altro che proseguire l’idea, nata oltre due anni fa sotto la presidenza D’Amico.

E cioè di trasformare il Consorzio da una parte in un ente di servizi specifici per i Comuni e soggetti di questo tipo. Dall'altra per organizzare un «tavolo di sindaci» intorno al quale discutere di problemi locali.

C’è come il sindaco di Oderzo Dalla Libera (in foto) si dice stupito della scelta dei sette comuni di uscire dal consorzio. Segnalando che se non può essere presente alle riunioni, è presente per suo conto il consigliere Paladin.

Questo è stato uno dei motivi dell’attacco del sindaco di Chiarano Vallardi, che ha sottolineato come al consorzio devono essere presenti i sindaci e non i delegati. Una polemica che comunque pare non si esaurirà entro breve.

Da capire dunque dopo lo strappo quali e in che misura saranno i possibili margini di ricucitura.