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29 marzo 2024

Tra l'onorevole e l'oppio, metti il dubbio

Categoria: Persone - Tags: Scottà

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Emanuela Da Ros | commenti |

Figuriamoci se ci riesco.

Figuriamoci se riesco a ignorare quello che vorrei ignorare.

Sto combattendo una (una delle tante) personali battaglie contro me stessa. Vorrei ignorare tutto ciò che non mi va. Per bandire (vedi ultimo post) ogni alone puzzoso d'ipocrisia e pertanto vorrei scrivere solo di cose buone e piacevoli. O di faccende che mi fanno indignare e incazzare nera o che mi fanno soffrire (avete letto quando è accaduto nell'asilo Cip&Ciop di Pistoia? ecco: quelle due stronze io le metterei in galera a vita e darei loro da mangiare il vomito e il piscio di tutti gli altri reclusi). Ma non ci riesco: non riesco a ignorare certe persone, certi reclami. Certi proclami.

Oggi, per esempio, mi arriva un comunicato stampa da parte dell'onorevole Scottà, parlamentare che poggia il culetto sugli scranni (sinonimo di seggiole: l'indicazione è per lo stesso Scottà) di Strasburgo in rappresentanza dell'Italia.

Scottà, l'onorevole, è stato il mio ex sindaco (cioè è stato il sindaco della mia città: dosiamo gli aggettivi possessivi); è stato quello (vedi post di qualche tempo fa) che ha sbottato a gran voce su una pubblica piazza che io (e altri) gli avevamo rotto i coglioni. Ora lo stesso onorevole Scottà, indirettamente, mi informa di essersi aggiustato i gioiellini di famiglia. Non lo fa (ma è ovvio! ha troppa classe ....ora che ha scalato la gru del potere legislativo europeo) in maniera esplicita, però lo lascia intendere. Lascia intendere che "i coglioni " (cfr: onorevole Scottà) non li ha più così rotti, che tutto si è sistemato e che lui ha ripreso la favella (cioè la loquela, la parlata, la facoltà di dire la propria: l'indicazione sinonimica viene fornita a beneficio esclusivo dell'onorevole).

L'onorevole Scottà, tramite il suo ufficio stampa, oggi mi invia un cs (comunicato stampa) in cui afferma delle cose.

Cose che sono irrilevanti in questo post (mi pare che Scottà cercasse di dire che il vino non è una droga, che non crea dipendenza, che non deve essere paragonato a un oppiaceo, che non deve essere tassato come vorrebbe forse l'Oms), perché quello che importa a me è la mia reazione.

Non sono stata capace di ignorare il messaggio subliminale di Scottà ("Non ho più i coglioni rotti; fuor di metafora: non ce l'ho con te, giornalista, tant'è che ti mando pure una mia dichiarazione; sto benone e intendo dire ciò che penso all'Europa e al mondo).

Eh sì: sono fallace.

E quindi, presumibilmente, viva. Presumibilmente in gioco. Anche se non ho ancora ben capito se - il gioco - sia Scacchi, Monopoli, Briscola o Pallaparlamento. Europeo, ovvio.



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