VEDELAGO - Quel 50enne di Vedelago con qualche problema seguito dai servizi sociali l’avevano conosciuto in un bar del paese. «Lascia stare, lo spritz te l’offriamo noi»: era bastato questo per entrare in amicizia ed iniziare una frequentazione.

I quattro rom, però, non erano interessati all’amicizia, ma ad utilizzare il 50enne par fargli aprire dei conti correnti e poi usare i suoi libretti di assegni. I nomadi, abusando della sua fragilità e deficienza psichica, lusingandolo anche con qualche ricompensa, sono riusciti a fargli aprire conti correnti in vari sportelli postali e bancari.

E dopo aver aperto i conti si facevano consegnare i libretti di assegni con cui facevano acquisti, in provincia di Treviso, ma anche in quelle di Padova e Venezia. Compravano di tutto, persino un’affettatrice che da sola era costata 4.500 euro. Complessivamente erano riusciti a fare acquisti per 25mila euro.

Inoltre gli avevano fatto attivare decine di sim card che poi utilizzavano loro e sempre con le sue generalità avevano realizzato una falsa busta paga a lui intestata, con cui erano riusciti ad ottenere un finanziamento di 12mila euro senza corrispondere nulla al malcapitato.

I fatti risalgono al periodo compreso tra settembre 2010 e febbraio 2011. La cosa sarebbe probabilmente andata avanti ancora se da Jesolo i carabinieri non fossero andati a contestare al 50enne di Vedelago l’emissione di assegni in bianco per uno degli acquisti effettuati.

A distanza di tempo i carabinieri di Vedelago sono riusciti a risalire ai quattro rom, un 46 di Venezia, un 47enne di Ponzano, un 39enne di Villorba ed un 39enne di Breda di Piave: sono stati denunciati per circonvenzione di incapace finalizzata alla truffa e all’insolvenza fraudolenta e sostituzione di persona.

Matteo Ceron