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20 aprile 2024

Politica

Coppa Italia, Grasso: "Disgustato ma giusto rispettare tifosi perbene"

Grillo: "Ieri è morta la Repubblica"

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Coppa Italia, Grasso:

ROMA - "Nonostante la voglia di andarmene, sono rimasto perché ero tenuto a premiare, per rispetto ai milioni di tifosi perbene, e perché credo sia giusto essere dalla parte di chi ha la responsabilità e il dovere di far sì che tutto possa svolgersi per il meglio.

Dalla mia faccia era evidente il disagio e il disgusto per una situazione paradossale". Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso, tornando ai fatti della finale di coppa Italia di ieri, che dice di essere "addolorato per l'offesa alla memoria del poliziotto Filippo Raciti e ai suoi familiari, che provoca in me lo stesso sdegno e la stessa rabbia degli applausi dei giorni scorsi. Due facce della stessa medaglia di inciviltà e di violenza: nessuno può permettersi di inneggiare a chi è condannato per omicidio".

"L'ordine pubblico non lo si decide da casa o via Internet, spetta al prefetto e al questore valutare la situazione e prendere le decisioni giuste per la miglior gestione dell'ordine pubblico a salvaguardia di tutti - scrive il presidente del Senato -. E con 70.000 persone chiuse e in tensione in uno stadio sono state le autorità competenti a decidere di far giocare la partita. Questa scelta è avvenuta dopo che è stata confermata la notizia che il tifoso del Napoli ricoverato era grave ma vivo, e questo è stato riferito a entrambe le tifoserie".

"E' comunque urgente prendere provvedimenti più seri contro la violenza mascherata da tifo, le infiltrazioni criminali nelle curve e i movimenti estremisti che sfruttano gli eventi per creare disordine, e per una gestione completamente diversa dentro e fuori gli stadi, come gia' fatto in altri paesi", scrive ancora Grasso concludendo: "Il responsabile della sparatoria, un criminale non appartenente alle tifoserie delle due squadre in campo, è già stato arrestato con una accusa di tentato omicidio".

"Ieri sera mi si è stretto il cuore. Vedere Alessandra Amoroso cantare l'inno d'Italia sommersa dai fischi in uno stadio sequestrato dagli ultrà con la Polizia impotente e i politici in tribuna d'onore, gente del calibro di Renzie. La Repubblica è morta, ma i suoi funerali sono indegni, troppo imbarazzanti. Non abbiamo neppure la dignità di un buon funerale". Così Beppe Grillo sul suo blog commentand oquanto accaduto in occasione della finale di coppa Italia.

"Devono andare fuori dal Parlamento e dalle istituzioni i corrotti, gli indagati, i condannati in primo grado (Renzie) - prosegue Grillo - Un pregiudicato che colloquia amorevolmente al Quirinale con Napolitano e che sconta una pena ridicola vale come cento stadi fischianti. Ma nessuno ci fa caso. Hanno tutti e due la cravatta, non sono tatuati non urlano. Sono diversamente ultrà. La Repubblica è morta e i suoi cittadini non hanno più rappresentanza, la pentola a pressione sta per saltare". Il fondatore del M5S scrive ancora: "La Polizia è attonita e anche parte della magistratura, ma gli italiani sono sempre più incazzati di fronte allo scempio del Paese. Ieri all'Olimpico veniva da piangere, come a un funerale. Alessandra Amoroso sembrava recitare un Requiem. I politici sono stati tra i primi a scappare, amorevolmente scortati nelle loro auto blu, quelle non ancora vendute su Ebay (per ora ben sei!) dall'Ebetino incazzato nero per la Partita del cuore. Antognoni non gli passerà la palla e lui non calcerà un calcio di rigore".

''Sul campo ha vinto il Napoli ma l'Italia ha perso. Fischi e minacce. Na 'carogna' criminale tiene in scacco i tifosi...''. Così sulla propria pagina facebook il senatore di Ncd, Giuseppe Esposito, vice presidente del Copasir.

 



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