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18 aprile 2024

Montebelluna

Costretta a trapianto di fegato per l’ecstasy: “Basta mezza pastiglia per morire”

Giorgia Benusiglio a Montebelluna: ha raccontato la sua storia davanti ad un migliaio di studenti

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Giorgia Benusiglio

MONTEBELLUNA - “Con la droga non si scende a compromessi e quanto mi è accaduto è esclusivamente colpa mia. Ancora tanti ragazzi non sanno che basta mezza pastiglia di ecstasy per morire”. A dirlo Giorgia Benusiglio, la 35enne arrivata questa mattina a Montebelluna da Milano per raccontare la sua drammatica storia iniziata quando, giovanissima, decise di assumere mezza pastiglia di ecstasy.

 

“Tutti sanno che la droga fa male, ma molti sottovalutano che il pericolo è alto anche con una sola pastiglia – ha detto ancora -. È l'errore che ho commesso anch'io a 17 anni quando ho voluto provare l'ecstasy”. “In quel periodo, come molti altri miei coetanei, leggevo libri e libri di giovani che avevano sperimentato la dipendenza dalla droga e non capivo come avessero potuto ridursi così. Eppure, poi, la curiosità di provare fu maggiore della paura”, ha spiegato Giorgia ad un ragazzo che le ha chiesto perché avesse deciso di assumere l'ecstasy. #lavitaèbella: è questo l'hahstag proposto da Filippo, studente del Liceo Veronese, che ha dato il titolo alla mattinata di oggi che si è svolta al Palamazzalovo di Montebelluna dove è intervenuta Giorgia Benusiglio.

 

La sua vita venne segnata quando assunse ecstasy: decisione pagata amaramente ed alla quale è sopravvissuta solo grazie al trapianto di fegato e ad un calvario durato per anni. L'intervento di Giorgia, organizzato dall'amministrazione comunale di Montebelluna con il Rotary Club di Montebelluna e di Asolo -Pedemontana del Grappa, è stato seguitissimo dai quasi mille ragazzi presenti, studenti delle terze medie e delle scuole superiori di Montebelluna. Molti i temi toccati dalla giovane: dall'accaduto, alle sofferenze fisiche e morali successive, al rapporto coi genitori, al suo impegno con le giovani generazioni nello spiegare i danni connessi con la droga.

Una vita, quella di Giorgia, colma di sofferenze e perdite, essendo venuti a mancare, negli ultimi tre anni, sia il padre che la sorella Carlotta. Molte le domande poste a Giorgia: come si è sentita quando era in ospedale, se avesse mai pensato di farla finita, se, essendo trapiantata di fegato, potrà avere figli. A tutte Giorgia ha dato una risposta, soffermandosi parecchio proprio sul tema del trapianto e dell'importanza di esprimere la propria volontà rispetto alla donazione di organi che per lei è stata salvifica.

 

“Abbiamo voluto che i ragazzi potessero ascoltare dal vivo l'esperienza di questa ragazza che, suo malgrado, ha vissuto sulla propria pelle i rischi connessi con l'uso di sostanze stupefacenti - interviene l'assessore alla pubblica istruzione, Claudio Borgia -. E' un modo per sensibilizzare sulle dipendenze e confrontarsi con cui ha vissuto in prima persona le sofferenze causate da un errore. E' un ulteriore azione di prevenzione che si aggiunge ai laboratori che in questo periodo sono stati proposti ai ragzzi delle terze medie dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” e all’Istituto Comprensivo Montebelluna 2 dalla cooperativa Olivotti e dalla cooperativa Kirikù. Iniziative come queste saranno proposte dall’amministrazione comunale anche nei prossimi anni per prevenire, sensibilizzare, responsabilizzare e comunicare ai ragazzi gli effetti della droga e della dipendenza”.

 


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