Revine Lago - Prima la carota gigante. Poi la dalia ciclopica. Questa volta, a Revine Lago, a farsi notare è una cozza decisamente superiore alla media. Più precisamente, si tratta una vera e propria famiglia di cozze extra, ritrovata nelle acque del lago di Santa Maria. A raccoglierle è stata Silvia Da Ros, una bambina di terza elementare, insieme alla nonna Adelaide De Polo Cibello, ex titolare dello storico locale “Al Riviera”, sito sulla sponda orientale del bacino.

Anche nelle acque dolci, infatti, si possono incontrare grossi molluschi, che hanno la conchiglia divisa in due valve. Spesso sono difficilmente visibili per l’abitudine di infossarsi nel fondale fangoso dei laghi o dei fiumi.

Pare che questi mitili siano un ottimo indicatore della qualità dell’acqua e, anzi, contribuiscono con la loro forte azione filtrante a mantenere l’acqua limpida e il substrato ossigenato. Hanno una conchiglia di forma varia, generalmente ovale, con superficie esterna ornata da linee di accrescimento concentriche e interno madreperlaceo.

Abitualmente non superano i 15 centimetri, mentre la cozza più grande trovata a Revine misura 27 per 17 centimetri.

Sono chiamate "cozze d'acqua dolce" o Unio Pictorum, poiché i pittori in passato le usavano per miscelare i colori. Alla morte del mollusco interno ciò che rimane è la conchiglia, che viene a galla e, una volta recuperata, può essere utilizzata nei modi più curiosi.

La signora Cibello, ad esempio, ne ha ricavato dei piccoli contenitori per le piante grasse.

 

Martina Tonin

 

^{Sopra: Silvia Da Ros - Sotto: le cozze giganti}