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23 aprile 2024

Treviso

Cresce l'occupazione nella Marca, in 3 anni recuperati oltre 20 mila posti di lavoro

I dati della Cisl: il 2017 si è chiuso con un saldo positivo di 6.420 posizioni, ma il 47% dei contratti è a tempo determinato

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Cresce l'occupazione nella Marca, in 3 anni recuperati oltre 20 mila posti di lavoro

TREVISO - Cresce l'occupazione, in provincia di Treviso. Il 2017 si è chiuso con saldo positivo pari a 6.420 unità, circa 500 in più dello scorso anno. Le assunzioni sono state 139.010 (113.985 nel 2016) e le cessazioni 132.590 (108.060 nel 2016). Ma a Treviso si assume soprattutto a tempo determinato: un contatto su due è a tempo (47%). In crescita anche i contratti di somministrazione (+860 il saldo). Saldo negativo invece per i contratti a tempo indeterminato che rappresentano solo il 12%: -2.430 contro il +375 dell’anno precedente.

Il mercato del lavoro trevigiano, in linea con quello veneto, si sta allontanando sempre più dal momento più difficile della crisi occupazionale, registrato nel dicembre 2014, quando all’appello mancavano oltre 30 mila posti di lavoro: negli ultimi tre anni, sono stati recuperati più di 20 mila posizioni. Questo quanto emerge dall’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso.

“Il trend occupazionale annuale è positivo, in linea con l’aumento del Pil registrato a livello nazionale (+1,4%) - dichiara Cinzia Bonan segretario generale della Cisl Belluno Treviso - Guardando i dati per macro-settore dal 2008 ad oggi, vediamo che i settori dei servizi sono in crescita (eccetto la pubblica amministrazione e i servizi finanziari) e che l’occupazione nell’agricoltura è rimasta costante, mentre è il settore dell’industria ad aver pagato il prezzo più alto della crisi, ma con una ripresa positiva dal 2015 al 2017”.

Il settore dell’industria ha chiuso l’anno con un saldo di +2.625 (+37% rispetto al 2016). A trainare la positività è stato soprattutto il settore metalmeccanico, che ha chiuso il 2017 con un saldo pari a 1.630 e le costruzioni s con 275 posti di lavoro guadagnati. Fra i servizi, bene il commercio all’ingrosso (+ 425 il saldo rispetto a +130 del 2016), il settore trasporti e magazzinaggio (saldo raddoppiato nel 2017).

Battuta d’arresto invece per quanto riguarda l’ultimo trimestre 2017, tradizionalmente negativo ma nell’anno appena passato segnato anche presumibilmente dall’attesa, per le assunzioni, degli incentivi inseriti nella Finanziaria per il 2018.

Tutti i settori e tutte le aree geografiche della provincia mostrano nel quarto trimestre saldi negativi, con eccezione del commercio al dettaglio (145 unità, sebbene nel 2016 fossero 180) e la scuola con la ripresa dell’anno scolastico (1.280 unità un centinaio di posizioni in più rispetto al 2016). Forti diminuzioni per legno/mobilio (-1.235 nel 2017, mentre erano -1.030 nel 2016), metalmeccanico (-1.140, nel 2016 il saldo si era fermato a -400) e l’industria della chimica/plastica (-515 peggiore al 2016 con -350). Tra i servizi più elevata la diminuzione nell’ambito finanziario con un saldo di -200, era -135 nel 2016.

“Il 2017 - aggiunge Bonan - è stato influenzato dalla mancanza di sgravi fiscali per le assunzioni, mentre nei due anni precedenti il mercato del lavoro era stato favorito dagli incentivi previsti dal Jobs Act. E’ immaginabile che le assunzioni ripartano nel primo trimestre di quest’anno, sostenute dagli sgravi contributivi previsti dalla Legge di Bilancio 2018 per le assunzioni”.

“Dai dati - aggiunge Gianni Pasian, Segretario Cisl Belluno Treviso - emerge un mercato del lavoro altalenante: la crescita complessiva in corso è dovuta soprattutto all'aumento dei contratti a termine e atipici come quelli a chiamata. La paura d’investire a lungo termine si fa ancora sentire nel tessuto produttivo trevigiano, spingendo i datori di lavoro ad investire in risorse umane ma con tipologie di rapporti di lavoro precari, forse in attesa di una ripresa più strutturata e a lungo termine. Chiediamo alla politica di dare continuità alle misure a sostegno del lavoro e dei lavoratori, in particolar modo i giovani e coloro che sono stati espulsi per crisi aziendali dal mercato”.

 


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