Il cromo dell'ex Carnielli arriva a Bruxelles
Zanoni presenta un interrogazione al parlamento europeo
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VITTORIO VENETO - Il cromo dell'Ex Carnielli è finito in Parlamento Europeo. A portarcelo, l’eurodeputato Andrea Zanoni, che ha presentato un’interrogazione a Bruxelles per denunciare l’inquinamento nella falda acquifera sotto il complesso industriale dismesso.
«L’Europa intervenga per far rispettare gli obblighi previsti per gli Stati membri dalla Direttiva “Acque” - esorta Zanoni - I ritardi nel monitoraggio della contaminazione ambientale e nella bonifica di suolo e falda acquifera non rispettano le normative europee che prescrivono il non deterioramento e il raggiungimento di un buono stato delle acque». «A Vittorio Veneto - rende noto l'eurodeputato nell'interrogazione - si trova il complesso industriale dimesso denominato “Ex Carnielli” che sorge al centro della città. L’area è interessata da inquinamento da cromo del suolo e della sottostante falda acquifera, eredità della dismessa attività di lavorazione dei cicli, e si trova a ridosso del fiume Meschio, zona tutelata quale Sito di Interesse Comunitario (SIC)».
La Regione del Veneto, nel parere reso al Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia e Ambientale dell’area, prescriveva, tra le altre cose, il divieto di dispersione nel sottosuolo delle acque meteoriche e di ruscellamento, stabilendo che le stesse dovessero essere raccolte e inviate alla rete di smaltimento fognario pubblico e da lì portate a depurazione, in ossequio al principio di precauzione. «La riqualificazione dell’area è a rischio a causa del fallimento dell’azienda che avrebbe dovuto provvedervi e la falda inquinata non viene più costantemente monitorata - ha rilevato Zanoni - Come se non bastasse, le eccezionali precipitazioni delle ultime settimane hanno notevolmente aggravato la situazione: l’innalzamento della falda acquifera ha fatto in modo che l’acqua filtri attraverso il terreno inquinato asportando il cromo e trasportandolo a sud. Tracce di questo inquinamento sono riscontrabili addirittura ormai fino a San Vendemiano, come è stato riportato in uno studio svolto dal dipartimento di Geologia dell’Università degli Studi di Padova».