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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Cromo nelle falde all'ex Carnielli, valori triplicati rispetto al 2013

Il pozzo più inquinato è a pochi metri dal fiume Meschio. Diffusi i valori in commissione consiliare

| Roberto Silvestrin |

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Cromo nelle falde all'ex Carnielli, valori triplicati rispetto al 2013

VITTORIO VENETO - I livelli di cromo esavalente nelle falde sotto l’ex Carnielli sono aumentati rispetto al 2013. I risultati delle analisi sono stati divulgati ieri, in commissione consiliare: si tratta dei primi rilevi dopo quelli eseguiti 4 anni fa. Tralasciando il “pozzo 1” - il valore non è stato registrato per inefficienza della pompa -, il “pozzo 2” ha fatto registrare un valore di 89 microgrammi per litro, contro i 32 del 2013.

 

Stessa sorte è toccata al “pozzo 4”, con i suoi 51 microgrammi per litro contro i 16,4 di quattro anni fa. Il “pozzo 4c” si è attestato invece sui 14 microgrammi, il doppio rispetto ai 7 del 2013.

 

Il limite di legge per il cromo esavalente è di 50 microgrammi per litro, soglia superata in tre pozzi all’ex Carnielli.

 

Com’è possibile che negli anni la concentrazione di cromo nell’acqua delle falde aumenti, anziché diminuire? “Se piove molto, la falda si alza e tocca l’area inquinata” spiega il chimico Franco Albrizio, che si è occupato in passato della vicenda in qualità di consulente del comune di Vittorio Veneto. E’ infatti la terra ad essere impregnata di cromo: con l’ingrossamento causato dalle piogge, la falda va quindi a contatto con la zona interessata dall’inquinamento, contaminandosi a sua volta.

 

Il “contatto” avviene a circa 31 metri di profondità. Il pozzo più inquinato, il P2, nel quale probabilmente sono stati effettuati gli svernamenti del cromo ai tempi della lavorazione dei telai delle biciclette, è posizionato a pochissimi metri dal fiume Meschio. Questo comporta forse l’impossibilità di scavare il terreno per la rimozione dell’inquinamento: per questo i tecnici avevano ipotizzato la realizzazione di una barriera idraulica, dotata di una pompa, che nei momenti di innalzamento della falda la mantenesse sotto il livello del terreno inquinato per impedire il contatto.

 

Oltre alla questione ambientale, ci sono aggiornamenti poco lusinghieri anche sul versante economico: la fidejussione, intestata alla provincia in quanto ente responsabile degli inquinamenti, non potrebbe infatti essere più escussa a causa di una non meglio precisata “sparizione” della società assicuratrice.

 

Fuori controllo anche i costi delle analisi: sono stati spesi infatti 7400 euro per degli esami per cui si sborsano – solitamente – circa 500 euro. La cifra è divisa al 50% tra la curatela fallimentare ed il comune.

 


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Roberto Silvestrin

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