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19 aprile 2024

Treviso

Dati economici confortanti: verso la "ripresina".

interventi dei Presidenti Piovesana e Finco

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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 Dati economici confortanti: verso la

TREVISO - Prove di crescita strutturale per l’industria di Treviso e Padova.

 L’incognita del credito e l’incertezza politica non frenano la risalita, sia pure in un quadro di assestamento fisiologico rispetto a inizio anno.

Nel secondo trimestre la produzione aumenta su base annua del +1,7%, spinta dalla vitalità dell’export (+4,2%) e dalla domanda interna (+3%).

Prosegue il recupero dell’occupazione. Lo scatto degli ordinativi (+4,5%) preannuncia un rafforzamento nei mesi estivi.

Migliorano le aspettative e la propensione delle imprese ad investire, grazie allo stimolo fornito dal Piano Industria 4.0.

Rimane cruciale il passaggio di una manovra d’autunno che punti sul rafforzamento degli investimenti e sul lavoro.

Sono i risultati dell’indagine congiunturale realizzata da Confindustria Padova e Unindustria Treviso, in collaborazione con Fondazione Nord Est, su un campione di 500 aziende delle due province.

 

Nel secondo trimestre 2017 l’indice della produzione industriale registra un aumento del +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 (+3% nel primo trimestre).

Nella media di gennaio-giugno la variazione è del 2,3%.

La crescita è diffusa e sostenuta per tutti i settori manifatturieri, con il metalmeccanico sopra la media (+2,6%), e tra le classi dimensionali per le piccole (+2,9) e le medie imprese (+3,3%).

La variazione positiva degli ordinativi si consolida (+4,5%): scende dal 29,6 al 27,9% la quota di chi ha orizzonte di lavoro assicurato per meno di un mese, il 20,9% ha ordini per più di tre mesi.

Prosegue il recupero della domanda interna, con vendite interne in aumento su base annua del 3% e dato segnatamente positivo per metalmeccanica (+8,9%) e imprese oltre 250 addetti (+4,1).

L’espansione dell’economia e del commercio mondiali traina le vendite all’estero che accelerano, con un +4,2% (+3,9% nel primo trimestre).

Risultato corale, prodotto da una crescita che coinvolge sia le vendite in Europa (+3,6) sia soprattutto extra-Ue (+5,8%).

L’indice dell’occupazione cresce su base annua del +1,7% (+1,5 nel primo trimestre), con dato positivo per tutti i settori della manifattura, in particolare per il metalmeccanico (+2,3%) e per la classe 0-19 addetti (+2%).

Progressi interessanti, soprattutto perché diffusi a tutti gli indicatori. Il rialzo del prezzo di greggio e non-oil spinge i prezzi delle materie prime, in aumento per il 54,4%.

 Le condizioni di offerta del credito sono invariate per l’82,1% delle imprese, con rialzo dei tassi di interesse bancari per l’8,3% (9,3 tra le micro-imprese). La liquidità aziendale è giudicata tesa dal 13,5%, si riducono gradualmente i tempi di pagamento: il 19,9% (dal 21,2) lamenta ritardi.

 

Migliora la fiducia delle imprese con previsioni moderatamente positive per i prossimi sei mesi (meno ottimiste circa la situazione economica generale), permangono rischi al ribasso per l’incertezza politica.

 

«Gli indicatori congiunturali ci consegnano risultati positivi e in spinta nel secondo trimestre, nonostante un assestamento fisiologico, tirati dalla vitalità dell’export di un’area aggregata tra le più dinamiche in Italia come Padova e Treviso - dichiarano i Presidenti di Confindustria Padova e Unindustria Treviso, Massimo Finco e Maria Cristina Piovesana -. È la conferma che la crescita viene da investimenti in innovazione e internazionalizzazione. Dobbiamo insistere su questa strada perché la nostra crescita è ancora inadeguata rispetto ai principali partner europei.

 Le fibrillazioni della politica su alleanze ed elezioni avvengono nel momento peggiore, mentre servirebbe autorevolezza con Bruxelles e volontà politica per accelerare l’azione di risanamento e crescita».

 

«L’altro tassello per spingere sull’acceleratore della crescita riguarda il settore creditizio - aggiungono Piovesana e Finco -. Le imprese fanno ancora fatica ad avere un agevole accesso al credito e dopo la liquidazione coatta delle banche venete, va fugato ogni timore o dubbio sulla effettiva continuità del sostegno creditizio.

Va rifondato un nuovo rapporto banca-imprese: le imprese dovranno aumentare il grado di trasparenza e rafforzare la loro struttura finanziaria.

Le banche, dal canto loro, dovranno essere pienamente consapevoli delle ricadute negative che deriverebbe per l’intera economia veneta e italiana dal perdurare di una forte stretta creditizia».

 



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