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25 aprile 2024

Politica

Il decreto dignità è legge

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Il decreto dignità è legge

Via libera del Senato al decreto dignità. Con 155 sì, 125 no e un astenuto l'assemblea ha licenziato in via definitiva il provvedimento, che nei prossimi giorni sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Soddisfatto il vicepremier Luigi Di Maio: "Dopo decine di anni è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby - ha detto dopo l'approvazione - E' il primo decreto dopo tanti anni che mette al centro il cittadino, gli imprenditori, i precari. Finalmente i cittadini segnano un punto: cittadini 1, sistema zero".

"Grazie alla squadra di Governo e con il contributo del Parlamento abbiamo appena approvato il #decretodignità. Oggi è un bel giorno per i cittadini italiani" ha poi scritto Di Maio su Facebook postando una foto che lo ritrae insieme al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Il post è stato condiviso anche dal premier Conte.Fisco, lavoro, giochi e sport dilettantistico sono i quattro capitoli che compongono il decreto. Split payment, redditometro e spesometro sono gli adempimenti fiscali che vengono rivisti attraverso le misure contenute nel provvedimento; mentre per le imprese che vantano dei crediti con le pubbliche amministrazioni arriva la proroga al 2018 del regime di compensazione con eventuali debiti iscritti in cartelle esattoriali. Sul fronte del lavoro arrivano diverse novità, tra cui la modifica della disciplina dei contratti di lavoro a termine, di somministrazione di lavoro e in materia di licenziamento illegittimo.

Arriva la procedura concorsuale straordinaria, per i diplomati magistrali, per coprire parte dei posti vacanti nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria; viene anche eliminato il termine massimo complessivo di durata, previsto per i contratti a tempo determinato del personale della scuola, per la copertura di posti vacanti e disponibili.

Infine vengono poste delle condizioni, per le aziende che hanno ricevuto contributi pubblici e intendono delocalizzare gli stabilimenti. Sul fronte dei giochi si vieta la pubblicità e aumenta il prelievo erariale unico sulle vincite (preu) da apparecchi da gioco. Infine si ridefiniscono il regime giuridico e fiscale dello sport dilettantistico.

 



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