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19 marzo 2024

Cronaca

Dieci anni fa la morte di Stefano Cucchi

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Dieci anni fa la morte di Stefano Cucchi

Uno dei casi più complicati di cronaca giudiziaria in Italia, con tre diversi procedimenti in corso. Questa la vicenda del 31enne romano Stefano Cucchi, morto esattamente 10 anni fa, il 22 ottobre 2009. Fra depistaggi, sentenze e nuovi processi, ecco le tappe principali del caso.

 

15 ottobre 2009: Cucchi viene fermato dai carabinieri all'ingresso del Parco degli Acquedotti perché trovato in possesso di circa 30 grammi di sostanza stupefacente.

 

22 ottobre 2009: Cucchi muore al reparto protetto dell'ospedale Sandro Pertini. Inizia il primo procedimento penale. La famiglia di Cucchi diffonde alcune immagini choc del cadavere del giovane scattate in obitorio. Stefano appare eccessivamente magro: al momento del decesso pesa solo 43 chili. Vengono rinviati a giudizio sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria.

 

15 dicembre 2015: il primo processo si conclude in Cassazione con l'assoluzione degli agenti della penitenziaria e del primo medico che visitò Cucchi al Pertini. I giudici di piazza Cavour ordinano invece un nuovo processo per gli altri cinque medici del Pertini: per questi ultimi, accusati di omicidio colposo, lo scorso maggio il pg al processo in Corte d'Assise d'Appello ha chiesto il non doversi procedere per prescrizione del reato. "La prescrizione del reato è una sconfitta per la giustizia ma questo processo è stato fatto fra mille difficoltà", ha sottolineato nella sua requisitoria.

 

Settembre 2015: inizia una seconda inchiesta sulla morte del 31enne romano.

 

17 gennaio 2017: la Procura di Roma chiude l'inchiesta bis, quella per la quale sono a giudizio 5 carabinieri. Tre (Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco) sono accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Tedesco è accusato anche di falso e calunnia insieme con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi.

 

10 luglio 2017: i cinque militari dell'Arma vengono rinviati a giudizio.

 

11 ottobre 2018: è il giorno della svolta. il pm Giovanni Musarò annuncia le rivelazioni fatte da uno degli imputati, Tedesco, che per la prima volta rivela il pestaggio subito da Cucchi e che a picchiarlo furono i suoi due colleghi, Di Berardo e D'Alessandro. Non solo. Tedesco rivela che una sua annotazione di servizio, nel quale riferiva quanto accaduto, e inviata ai suoi superiori, è sparita nel nulla.

 

19 marzo 2019: la Procura chiude l'inchiesta sui depistaggi del 2009 e del 2015 e lo scorso 16 luglio vengono rinviati a giudizio il generale Alessandro Casarsa e altri 7 carabinieri tra cui Lorenzo Sabatino, all'epoca dei fatti comandante del reparto operativo ddi Roma. Gli otto carabinieri sono accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Oltre a Casarsa e Sabatino, vanno a processo anche Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, all'epoca dei fatti maggiore dell'Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, all'epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei Carabinieri e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunnia.

 



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