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25 aprile 2024

Montebelluna

Diventare cittadini europei.

classici contro 2017: utopia Europa?

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Diventare cittadini europei.

ASOLO - Il progetto Classici Contro 2017 Utopia (Europa) dell'Università Ca' Foscari, giunge alla settima tappa venerdì 24 marzo, alle ore 20.30 con la grande azione al Teatro Eleonora Duse di Asolo.

Si parla di utopia e di Europa in un luogo utopico come Asolo, unendo i giovani dei licei, la ricerca universitaria e le istituzioni civiche.

 

L'evento, aperto a tutti i cittadini, è realizzato in collaborazione tra l'Università Ca' Foscari Venezia, il Liceo Primo Levi di Montebelluna, il Teatro Eleonora Duse di Asolo che ospita l'evento e i comuni di Montebelluna e di Asolo.

 

In discussione, con la presentazione di Maddalena Monico e Marta Cardin (Liceo P. Levi Montebelluna), sono i problemi più attuali dell'Europa di oggi, e, ragionando sulle prospettive future, sull'utopia di un'Europa unita tutta ancora da costruire come vediamo dai problemi di questi giorni.

 

Inizia la discussione Andrea Capra (Università Statale di Milano), che spiega come nascono e come agiscono nella collettività le utopie di evasione e le utopie di costruzione, antiche e moderne. Si può capire anche a che cosa servono. Remote e impossibili, le prime divertono, distraggono, ma sono spesso regressive, un rifugio e non una risorsa: il paese dei balocchi, come sappiamo bene, non è una meta per gente impegnata.

 

Sulla natura utopica dell'azione teatrale e sulle sue potenzialità politiche riflette Roberto Cuppone (Università di Genova).

 

Il teatro ad Atene è il luogo dove si ritrovano i cittadini per riflettere sulla loro polis attraverso lo specchio del mito e le azioni dei personaggi. Essere europei, lo si comprende bene, è un fatto di civiltà e di cultura. Questo è il miglior contributo che possiamo dare dalla nostra storia difficile.

 

È con tremila anni di idee che possiamo condividere qualcosa con tutti i popoli e le lingue europee.

Giampaolo Zagonel (in foto) presenta allora un esempio straordinario di cosa può voler dire essere un cittadino europeo nella figura di Lorenzo Da Ponte, il grande librettista di Mozart.

Un buon esempio anche per la scuola e per la libertà di intellettuali e di maestri. Che Lorenzo Da Ponte fosse provvisto di cultura europea (e quindi "pericoloso") se ne accorse ben presto la rigida censura veneziana degli ultimi decenni che precedettero la fine della Repubblica. Era usanza, specie nei Seminari, dare a fine anno scolastico un’Accademia a carico dell’insegnante di retorica (in latino e in italiano), che veniva poi recitata dai migliori allievi. Da Ponte (insegnante nel Seminario di Treviso) – aveva allora 27 anni – il 12 agosto 1776 fece recitare dai suoi alunni 14 composizioni intorno ad un tema principale.

Egli non volle propinare i soliti temi scontati, noiosi, innocui (stereotipi nel solco dell’Arcadia) dei suoi predecessori. Attinse il soggetto da una problematica sollevata dal filosofo Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) che aveva per tema di verificare se l’organizzazione sociale e le sue leggi avessero reso l’uomo più felice o meno di prima. Gli scritti di questo autore erano però proibiti nella Repubblica Veneta ed egli, davanti alle autorità civili e religiose di Treviso, continuò per alcune ore a dibattere temi che al giorno d’oggi si potrebbero definire eversivi.

Ciò gli costò un processo davanti al tribunale e la condanna all’esclusione dall’insegnamento in ogni ordine e grado di scuola pubblica e privata dello Stato Veneto. Ma da questa condanna inizierà a prender corpo la sua figura di grande protagonista europeo del teatro musicale che lo rende celebre in tutto il mondo e in ogni tempo.

 

All'interno di una riflessione viene proposta l'utopia di una comunità libera e aperta, di cittadini che convivono e si confrontano in un pluralismo di idee, i giovani dell'Istituto di Istruzione Superiore "Primo Levi" di Montebelluna.

 

Queste le riflessioni dei Classici Contro che arriveranno nelle città e nei teatri di tutta Italia, dall'Olimpico di Vicenza a Torino, a Palermo, fino all'abbazia di Sant'Angelo dei Lombardi, giusto prima di Eboli.

I classici greci e latini sono una buona risorsa europea per vedere meglio e più lontano. Sono voce critica, controcorrente, e non privilegio e vuoto vanto. È dalla fiducia in questa dinamica che dipende, in larga misura, la formazione di quelli che saranno un giorno dei veri cittadini europei.

 

«Nella parola "utopia" – come dicono Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani, ideatori del progetto per Ca' Foscari – vogliamo intravedere una prospettiva aperta, molteplice, problematica: contiene un desiderio, ma c'è in essa anche il dubbio socratico dell'incertezza e la consapevolezza dei limiti. Guardare al futuro è indispensabile, e lo facciamo a partire dai pensieri più antichi, dai nostri classici».

 



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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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