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20 aprile 2024

Italia

Il divorzio breve è legge, bastano 6 mesi per dirsi addio

Renzi: "Altro impegno mantenuto"

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Il divorzio breve è legge, bastano 6 mesi per dirsi addio

Via libera dell'Aula della Camera al ddl sul divorzio breve. Il testo passa con 398 voti favorevoli, 28 contrari e sei astenuti. Non essendoci state modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, il ddl diventerà legge.

 

Ecco, in sintesi, le novità.

- Divorzio breve. Stop alla separazione di 3 anni per chiedere il divorzio. Il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale.

- Comunione legale. La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.

- Applicazione immediata. Il 'divorzio breve' sarà operativo anche per i procedimenti in corso.

"Il #divorziobreve è legge. Un altro impegno mantenuto. Avanti, è #lavoltabuona" commenta in un tweet il premier Matteo Renzi.

 

"L'ampio consenso che si è registrato sul provvedimento che stabilisce l'abbreviazione dei termini che intercorrono tra la separazione e il divorzio è un chiaro segnale dell'equilibrio della norma approvata oggi in via definitiva dal Parlamento - afferma il viceministro della Giustizia Enrico Costa - Una legge al passo con i tempi, che sancisce finalmente un punto di svolta su un tema cruciale nell'ambito del diritto di famiglia e, in particolare, della crisi coniugale. Il Parlamento ha lavorato bene".

 

Per Donatella Ferranti si tratta di "un indubbio passo avanti di civiltà giuridica e sociale, in linea con i tempi e con gli ordinamenti degli altri Paesi". "Abbreviare i tempi - sottolinea la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio (Pd) - facilita la soluzione dei conflitti tra coniugi, anche a vantaggio della serenità dei figli".

 

Si tratta di "un risultato importante che ci avvicina al resto dei Paesi europei: l'Italia dopo più di 15 anni di battaglie finalmente ce l'ha fatta. Siamo soddisfatti - dice all'Adnkronos il segretario nazionale della Lega italiana per il divorzio breve, Diego Sabatinelli - Puntavamo ad ottenere anche l'eliminazione della separazione legale obbligatoria, ma comunque questo è già un passo avanti importante: sia il divorzio breve sia la semplificazione delle procedure sono due norme che rendono l'Italia un po' più europea".

 

"Oggi è stata finalmente approvata in via definitiva alla Camera dei Deputati la prima riforma civile di questa legislatura: il divorzio breve. Dopo 45 anni dall'approvazione, il 1° dicembre 1970, il divorzio finalmente viene riformato - commenta Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia - Un primo obiettivo che speriamo nel prossimo periodo possa essere migliorato, per esempio con l'abolizione degli inutili tempi ancora stabiliti per la separazione, che è una grande spinta affinché altre riforme siano discusse e approvate, tra queste: ius soli, cambio del cognome, unioni civili".

 

"Entusiasta per l'approvazione di questa legge" la giurista d'impresa e presidente degli Avvocati per la mediazione, Lorenza Morello. "Oggi - dice all'Adnkronos - bisogna rivolgere un plauso a quello che è il risultato di lotte ventennali su questo tema. Questo è solo un primo passo di civiltà e laicità rispetto all'evoluzione di un'Europa che prevede già il ricorso al divorzio istantaneo per porre fine al vincolo senza passare per la separazione".

 

A esprimere soddisfazione sono anche gli avvocati matrimonialisti. "Finalmente, con il varo della legge che introduce il divorzio breve in Italia, il diritto di famiglia italiano entra in Europa - afferma l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani - Il sigillo della Camera apposto oggi segna una nuova era".

 

Di diverso avviso il presidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari, Francesco Belletti, che parla di "soluzione che deresponsabilizza la società rispetto alle decisioni delle persone, attraverso una semplificazione che segna un passaggio grave. L'esito del dibattito parlamentare sancisce che le coppie sono lasciate più sole davanti a scelte difficili. Questo è un segnale di abbandono da parte del sociale".

 



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