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20 aprile 2024

Conegliano

DONNE! (TUTTO QUI)

Quattro donne e un divano

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Conegliano/Vittorio Veneto - Carlo Migotto, il compagno di Viviana Carlet (in foto e nell’intervista), quando ha saputo di un servizio sulle donne mi ha guardato (be’: guardato è una parola grossa, visto che indossava occhiali neri e grandi e spessi che neanche Matrix) e ha detto: “Originale davvero. La prossima volta che ci aspetteremo? Un’indagine sulla pesca?”

Carlo era naturalmente bilioso perché lui in questo servizio non c’entra. Così come non c’entra l’originalità. E nemmeno il Dialogo sui due massimi sistemi (uomo-donna).

Quello che c’entra (nel servizio che proponiamo) sono solo canzonette, cioè chiacchiere. Di quelle che le donne (ne è convinta Stefania Bianchin) si dovrebbero scambiare per spirito taumaturgico. Bianchin, che collabora con lo Sportello Donna del comune di Vittorio Veneto, è anzi sicura che un salotto (con l’avvallo più o meno istituzionale) e un divano (preferibilmente di design, non importa se scomodo) siano la location ideale per avvicinare le donne alle donne e dare loro la possibilità di parlare di problemi, difficoltà, timori, violenze. Emozioni.

Poiché l’idea non ci pareva così accessoria, abbiamo invitato a sedersi su un divano (grazie a Zecchin Arredamenti per l’ospitalità e per averci lasciato scompisciare la vetrina) quattro donne, Stefania Bianchin, Marina Buffoni, Viviana Carlet, Francesca Marcon, provenienti da realtà e contesti lavorativi diversi. E, sfidando il sarcasmo di Carlo, abbiamo fatto loro le domande che nessuno si aspetterebbe. A parte gli sceneggiatori e gli spettatori di Amici.

Felici di essere donne? Vi piacete?

Stefania B. Mi piaccio molto. Non solo dal punto di vista estetico. Mi piace quello che ho realizzato e poi, sai una cosa? Io non credo di essere bella, ma sono nata figa.

Marina B. Sì, mi piaccio. Convivo con i miei difetti. E i piaceri: adoro cucinare e mangiare, quindi non mi misuro con modelli di magrezza estrema.

Viviana C. Sì. Mi piace essere così come sono.

Francesca M. Sì. Ma potrei piacermi di più.

Da sinistra a destra: Stefania Bianchin, Francesca Marcon, Marina Buffoni e Viviana Carlet.

Che vuol dire “essere donna”? quali sono le difficoltà, i privilegi, i condizionamenti che questo ruolo implica?

Stefania B. Oggi essere donna vuol dire realizzarsi al meglio. Vincere anche sugli uomini. Le donne prendono voti più alti, sono forti, determinate, non scendono a compromessi. Quando gestiscono un’azienda la portano al successo. Sai che in questo periodo di crisi le aziende gestite da donne sono quelle che si sono comportate meglio? E anche la politica è donna. Quindi ogni stereotipo della donna-oca o che si fa strada grazie all’uomo va superato (fatico un po’ a inserire in questo ritratto una figurina come Noemi, quella di Papi, e lo dico a Stefania, che risponde: vabbè, poi ci sono le eccezioni…).

Marina B. Le difficoltà dell’essere donna esistono eccome: ogni giorno dobbiamo combattere per avere pari opportunità e pari salario. Non siamo sostenute nella maternità che risulta essere una scelta non un cammino naturale. E i condizionamenti sono evidenti: da donna politica mi sono spesso sentita fare questa domanda: perché porti i tacchi alti? Sembra che non siano le mie posizioni politiche a interessare, ma la mia postura, o il look. I privilegi della donna? uhm…dovrei pensarci.

Viviana C. Oggi è difficile essere. Sia per la donna che per l’uomo è difficile vivere e vivere bene. Comunque, a differenza di un secolo fa, la donna è riuscita a riscattarsi, a emergere, ad appropriarsi di un diritto fondamentale: la parità con l’uomo. Nonostante le conquiste legislative, la mentalità è però difficile da cambiare, e la donna deve costantemente difendere con i denti e le unghie lo spazio, la libertà e la dignità che dovrebbero essere scontati. E che invece a volte, soprattutto in ambito lavorativo, sono compromessi.

Francesca M. Le donne sono un po’ succubi dell’uomo. E questo si nota ovunque, ma soprattutto in ambito sportivo: qui emerge la nostra natura volubile, umorale, lunatica, insicura. Abbiamo bisogno di certezze. Poi siamo condizionate dall’opinione degli altri: dobbiamo sempre cercare di mostrarci al meglio, ma questo è sia un limite che un vantaggio, nel senso che siamo costrette a prenderci cura di noi stesse. A stare bene con noi. E comunque, la donna ha dei privilegi che l’uomo non le può sottrarre: è un’educatrice per antonomasia. E questa inclinazione la pone su un piano privilegiato.

La comunicazione tra donne è facile o viziata da un po' di competizione?

Stefania B. Se c’è l’intelligenza, non c’è competizione. Se poi una ha dei complessi d’inferiorità, allora…

Marina B. Eva contro Eva. L’assioma non è ancora stato superato. Lo si vede nel lavoro e in politica. La donna deve ancora imparare a fare squadra. Cosa che l’uomo sa fare benissimo.

Viviana C. Dipende dal contesto: ovviamente sul piano sentimentale la competizione è necessaria. In altri ambiti, non credo ci siano differenze oggettive, credo dipenda molto dall’intelligenza della persona.

Francesca M. Personalmente non mi sento in competizione con le altre. Ma è vero che l’invidia spesso serpeggia tra le donne e ovviamente nuoce al loro legame.

Tre aggettivi per le donne e tre per gli uomini.

Stefania B. Donna: dinamica, flessibile, determinata. Uomo: indeciso (quasi amorfo), poco sincero (se non bugiardo), pigro.

Marina B. Donna: paziente, poliedrica, energica. Uomo: disordinato, generoso, indeciso.

Viviana C. Donna: esosa, esaustiva, armonica/armonizzante. Uomo: complementare, coordinato, lineare.

Francesca M. Donna: determinata, sensibile, umorale. Uomo: autoritario, ambizioso, affidabile.

Bene. Avendo bollato con marchi di fabbrica riconoscibili uomini e donne (l’epiteto “coordinato” affibbiato alla componente maschile del globo, mi ha fatto venire in mente i calzini), ho lasciato le interpellate con il piacere sottile (ma evidente) che dà il piacersi. Perché (se non l’avete notato rileggete la prima domanda e risposta) tutte le donne coinvolte hanno ammesso che sì, si piacciono proprio come sono. A prescindere - mi è sembrato di capire - dagli uomini. Ed è abbastanza strano (ma incoraggiante) che sia così, perché in effetti il giudizio degli uomini, di alcuni uomini di potere, sembra condizionare ogni modello di donna. Ed è soprattutto un giudizio estetico. Un piccolo esempio? durante il recente incontro con il primo ministro albanese Berisha, il premier italiano ha attaccato gli scafisti e chiesto più vigilanza all'Albania, aggiungendo: "Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze". E indovinate un po’ se a incazzarsi per la battuta siano stati gli uomini o le donne.

Emanuela Da Ros

 

 


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